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Pisa, donna tetraplegica diventa mamma. Non succedeva da 20 anni

Una donna tetraplegica è riuscita a coronare il sogno della sua vita, quello di diventare mamma. Il piccolo miracolo – non accedeva da vent’anni – è avvenuto all’ospedale di Cisanello a Pisa l’otto maggio. Daniel, il figlio della donna, sta bene ed è stato dato alla luce grazie a un taglio cesareo.
A cura di Davide Falcioni
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Una donna tetraplegica è riuscita a coronare il sogno della sua vita, quello di diventare mamma. Il piccolo miracolo – non accedeva da vent'anni – è avvenuto all'ospedale di Cisanello a Pisa l'otto maggio grazie al lavoro d'èquipe di quattro Unità operative: Mielolesioni (diretta da Giulia Stampacchia), Ostetricia e Ginecologia 1 (diretta da Tommaso Simoncini), Anestesia e rianimazione materno-infantile/Santa Chiara (direttore, Luigi De Simone) e Neonatologia (direttore facente funzione, Armando Cuttano). Il piccolo Daniel è venuto al mondo grazie a un parto cesareo alla 36esima settimana più 6 giorni di gestazione. Sia lui che la mamma, una ragazza di 29 anni affetta da lesione cervicale completa, stanno bene e stanno per lasciare l'ospedale. Il lieto evento è stato accolto con particolare gioia dal momento che non accade solitamente di far partorire senza problemi una mamma costretta su  sedia a rotelle da una paralisi al busto e a tutti e quattro gli arti. In Aoup un evento del genere non accadeva da almeno 20 anni a questa parte. Il parto è andato bene grazie al lavoro preparatorio e alla collaborazione multidisciplinare dei professionisti che hanno assistito la donna sia in gravidanza sia in sala operatoria.

La ventinovenne era stata ricoverata nella Unità operativa Mielolesi dell'Aoup subito dopo una lesione midollare causata da un incidente stradale; dopo essersi sottoposta a un programma riabilitativo che le ha permesso di riacquistare, nel tempo, una parziale autonomia in carrozzina la donna è rimasta incinta e nonostante le difficoltà ha potuto portare avanti la gravidanza. Considerando la gravità delle lesioni midollari le donne che hanno il coraggio e il sostegno socio-familiare per portare avanti una gravidanza non sono molte e, ad oggi, in Italia non esistono linee guida specifiche sulla loro gestione. C'è ad esempio l'aspetto farmacologico con la necessaria sospensione di diversi farmaci (antispastici ed analgesici), che va effettuata con gradualità, così come il trattamento delle infezioni vescicali (ricorrenti nei pazienti mielolesi): queste ed altre problematiche devono essere gestite dal medico esperto di lesioni midollari assieme al ginecologo e al neonatologo, per evitare danni al nascituro.

Anche il parto comporta notevoli difficoltà legate sia alla incapacità della paziente tetraplegica di contrarre volontariamente i muscoli sotto lesionali sia alla perdita della sensibilità, che rende difficile riconoscere l'inizio del travaglio. Ecco perché il parto va programmato e la gravidanza deve essere strettamente monitorata nell'ultimo mese. In conclusione, "il lieto evento appena avvenuto in Aoup dimostra come una persona che ha subito un grave danno neurologico possa tornare a una vita compatibile anche con la maternità, purché sia assicurata una presa in carico ospedaliera specialistica multidisciplinare, con avanzate competenze nelle mielolesioni, oltre ad un adeguato supporto sociale e familiare", sottolinea una nota.

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