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“Perché l’insegnamento della religione cattolica a scuola andrebbe abolito”: la posizione dell’UAAR

Il segretario nazionale dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti Roberto Grendene sull’ora di religione: “Il fenomeno religioso va trattato nella scuola pubblica al pari dell’ateismo e dell’agnosticismo”.
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Roberto Grendene, segretario nazionale dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, meglio nota come UAAR, replica alle dichiarazione del segretario generale del più importante sindacato italiano degli insegnanti di religione cattolica, lo Snadir, che, in una intervista a Fanpage.it, aveva bollato come “lieve” il progressivo calo del numero degli studenti che non frequentano l’ora di religione nel loro percorso scolastico.

Roberto Grendene
Roberto Grendene

Segretario, Orazio Ruscica dello Snadir difende a spada tratta l’importanza dell’insegnamento della religione cattolica nel sistema di istruzione italiano. Probabilmente lei non concorderà con questo assunto…

I dati sono molti chiari e le affermazioni di Orazio Ruscica sono scomposte e irriguardose. La sua è propaganda, spaccia l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole come se fosse un’attività culturale, ma commette diversi errori. Si tratta, infatti, di un insegnamento dottrinale e non culturale, in quanto la legge dice che è un insegnamento “impartito in conformità con la dottrina della Chiesa”, con insegnanti scelti a totale discrezione del vescovo competente, ma pagati dallo Stato. I docenti sono scelti con un metodo clientelare, visto che è concesso ad un alto prelato chi può accedere ad un posto statale e chi no.

Qual è secondo lei il motivo della riduzione dei cosiddetti “avvalentesi” l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole?

Non è vero, come invece dice Orazio Ruscica, che il fenomeno del calo sia dovuto all’immigrazione di stranieri non cattolici. Altrimenti non si spiegherebbe come è possibile che gli studenti che rifiutano l’ora di religione nei licei, dove l’incidenza di stranieri è più bassa, sono il 18% del totale, dato che arriva al 45% a Bologna. Un altro dato su cui soffermarsi è che, su questo tema, l’Italia è divisa in due: non scelgono l’ora di religione il 25% delle famiglie del Nord contro il 4% del Sud e c’è anche un forte scostamento tra città e provincia: è evidente che, sulla decisione di frequentare l’ora di religione ci sia un forte condizionamento sociale.

La religione, secondo lei, non dovrebbe proprio trovare spazio nella scuola italiana?

La nostra posizione è che l’insegnamento della religione cattolica a scuola andrebbe abolito. Crediamo che il fenomeno religioso debba essere affrontato, nella scuola pubblica, al pari dell’ateismo e dell’agnosticismo, cioè in modo traversale all’interno dell’insegnamento delle altre materie e in modo critico. Nessuno si sognerebbe di affidare lo studio dei movimenti politici a docenti scelti dal partito di maggioranza, invece succede una cosa simile con l’insegnamento della religione. La scuola pubblica, però, non dovrebbe consentire un insegnamento dottrinale.

Snadir vi invita a fare di più per garantire agli studenti “non avvalentesi” un’ora di istruzione alternativa a quella di religione piuttosto che chiedere l’abrogazione di quest’ultima. Che ne pensa?

La UAAR ha vinto più volte in tribunale quando ha chiesto l’attivazione dell’ora alternativa, ma molte scuole ostacolano questo diritto degli alunni. Lo Snadir, invece, si vuole impicciare su quello che vogliono fare gli studenti che non vogliono accedere ad un insegnamento facoltativo per legge, come stabilito dalla Corte Costituzionale. La verità è che l’ora di religione dovrebbe essere collocata al di fuori dell’orario scolastico. È chiaro che, per chi si trova già a scuola, è difficile non scegliere l’ora di religione in favore di altro.

Tra poche settimane sarà dato il via a due concorsi per assumere a tempo indeterminato migliaia di insegnanti di religione cattolica. Qual è la posizione di UAAR su questa decisione del Ministero dell’Istruzione e del Merito?

Il concorso è una farsa. Si presenta una letterina a firma del vescovo, il quale attesta i requisiti del docente che sono validi per la Chiesa, ad esempio che l’insegnante non sia unito civilmente o favorevole all’aborto, e si può accedere alle prove. È incredibile che, in Italia, chi nella vita privata assume scelta contraria alla morale cattolica non ossa accedere ad un posto pubblico sulla base della decisione di un’autorità esterna. Il concorso è un ulteriore tassello di deriva clericale che è iniziato con governi di altro colore: stiamo assumendo a tempo indeterminato insegnanti raccomandati dal vescovo al posto di precari di altre materie che non hanno la fortuna di avere amicizie in diocesi.

Lei rappresenta la UAAR. È ateo, agnostico o razionalista?

Sono ateo, filosoficamente agnostico e razionalista perché non credo a fenomeni paranormali come i fantasmi o agli oroscopi. Credo, però, in valori umani.

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