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Perché la Conferenza sul futuro dell’Europa è arrivata al momento giusto

Fanpage.it ha intervistato Stephen Clark, Director for Liaison Offices al Parlamento Ue, per parlare della Conferenza sul futuro dell’Europa: “Finalmente è arrivato un buon momento per parlare di riforme e di futuro – spiega – e di che Europa vogliamo per andare avanti alla luce della crisi e della guerra”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Non si sceglie mai un momento buono, si sceglie un momento e poi la vita riserva le sue sorprese", comincia così l'intervista di Fanpage.it al Director for Liaison Offices del Parlamento europeo, Stephen Clark. Si parla della Conferenza sul futuro dell'Europa, iniziativa di democrazia diretta che ha coinvolto migliaia di cittadini dell'Unione e che si è da poco conclusa: "È stata decisa dopo le scorse elezioni europee, faceva parte del mandato legislativo in quel periodo – racconta Clark – È stato un accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Poi sono arrivati il Covid e la guerra in Ucraina. Sono cose che succedono, ma hanno dato un'altra luce alla Conferenza". Le menti dei partecipanti "si sono soffermate su ciò che accade in Europa e sulla sua importanza". E "finalmente è arrivato un buon momento per parlare di riforme e di futuro", di "che Europa vogliamo per andare avanti alla luce della crisi e della guerra".

La Conferenza sul futuro dell'Europa è stata "una grande novità", le istituzioni "volevano coinvolgere i cittadini in modo diretto". È stato anche "un elemento di grande discussione, perché ci sono i deputati europei che sono i rappresentati eletti dai cittadini – racconta Clark – ma la voce aggiunta degli stessi cittadini scelti in modo casuale ha dato un entusiasmo e una mentalità diversa". La Conferenza "ha sorpreso un po' tutti, quando sono entrati i cittadini hanno portato una ventata di aria fresca nel dibattito".

Poi è arrivata la guerra in Ucraina, un "disastro enorme" che però "ha rimesso in risalto il ruolo dell'Ue per quanto riguarda la pace". Così "ci siamo resi tutti conto che la pace è sempre la prima missione dell'Unione europea – continua Clark – anche quando riguarda un Paese vicino e democratico. Dobbiamo agire e dimostrare in primo luogo la solidarietà e organizzarci per rispondere all'attacco ai nostri valori". Perché "questo attacco russo è rivolto a tutti noi".

"La guerra ha cambiato anche le discussioni all'interno della Conferenza sul futuro dell'Europa", perché "si è cominciato a parlare di difesa e sicurezza – spiega Clark – Una delle prime cose che Zelensky ha fatto è stato chiedere l'adesione, è una mossa molto forte. La presidente Metsola è stata la prima figura istituzionale a recarsi a Kiev".

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