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Perché la colpa è solo nostra se le meduse stanno invadendo i nostri mari

Con l’inizio della stagione balneare si ritorna a parlare di meduse, sempre più presenti nei (caldi) mari italiani. Legambiente parla di un fenomeno naturale e mette in guardia: “La maggiore presenza di questi animali è stata favorita dalla nostra invasione del loro ecosistema”.
A cura di Chiara Ammendola
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Come ogni estate anche quest'anno ad accompagnare il ritorno al mare ci sono le meduse la cui massiccia presenza nei mari italiani mette in allarme non solo i bagnanti ma anche i balneari. Mentre i primi temono il contatto con gli animali e le conseguenti ustioni, i secondi temono le ripercussioni sulla stagione balneare, soprattuto nel Salento e in Liguria dove nei giorni scorsi è stata segnalata una presenza massiccia di meduse.

L'acqua calda del mare ne ha favorito la presenza ma si tratta di un fenomeno naturale, come spiegato a Fanpage.it da Legambiente: “Il fenomeno delle meduse è massivo e concentrato in questo periodo dell'anno in cui tutti hanno gli occhi sul mare, apparendoci molto più grande di quello che è – le parole di Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – ma dobbiamo ricordarci che siamo noi a entrare nel loro ambiente. Ci sono ecosistemi e dinamiche ecologiche che vanno rispettati, uno di questi, che la maggior parte delle persone non conosce, vede le meduse predate dalle tartarughe. Una minore presenza di tartarughe nei nostri mari, di cui noi siamo responsabili, porta a una maggiore presenza di meduse”.

C'è un'invasione di meduse nei nostri mari?
Le correnti, una maggiore riproduzione e anche la difficoltà dei predatori favoriscono sicuramente la presenza di meduse, soprattutto in questo periodo dell'anno esiste. Ci sono ecosistemi e dinamiche ecologiche che vanno rispettati, uno di questi, che la maggior parte delle persone non conosce, vede le meduse predate dalle tartarughe. E una minore presenza di tartarughe nei nostri mari porta anche a questo. La difesa delle tartarughe attraversi la segnalazione dei nidi o comportamenti che che portano.

Santo Grammatico
Santo Grammatico

Quindi dovremmo imparare a convivere con le meduse?
È evidente che il problema delle meduse c'è perché è il periodo di maggiore balneazione dei lidi corrisponde per assurdo a una maggiore presenza di meduse. È un fenomeno naturale che dura settimane, dopodiché le correnti e le dinamiche ecologiche fanno sì che le meduse scompaiano.

È evidente che chi, come i balneari, vivono di questo, si ritrovano in difficoltà, però questo ci fa capire che bisogna iniziare a riprendere le redini di un ragionamento ecologico, così come la Posidonia spiaggiata che garantisce una tenuta dei nostri mari e non si può pensare di toglierla perché per due mesi all'anno le persone che vanno al mare devono avere la spiaggia pulita.

Stiamo assistendo alla “tropicalizzazione” del Mediterraneo?
Le meduse sono il fenomeno più evidente che abbiamo, ma ci sono pesci tropicali che arrivano dal golfo di Suez che prima restavano nel mar Mediterraneo del Sud e che invece ora sono ovunque, e che dovremo imparare a conoscere. Il fenomeno delle meduse è massivo e concentrato nel periodo in cui tutti hanno gli occhi sul mare, quindi ci appare in realtà molto più grande di quello che sembra. Ma dobbiamo ricordarci che siamo noi a entrare nel loro ambiente.

L'ecosistema sta cambiando: la presenza di meduse di può spiegare, come per le tartarughe, con una diminuzione della popolazione di pesci, a causa della pesca industriale?
Le tartarughe sono un predatori naturali e noi abbiamo tolto nei decenni sempre più spazio a questi animali marini: là dove andavano a nidificare abbiamo costruito e sottratto loro del suolo, abbiamo dato in concessione agli stabilimenti balneari. Ci si sta rendendo conto solo ora quanto alcune specie abbiano importanza nell'equilibrio ecologico nei nostri mari e che rappresentano, come nel caso delle tartarughe, un antidoto alla presenza delle meduse.

C'è una nuova presa di coscienza anche da parte dei cittadini e questa è una buona notizia, ma c'è ancora molto da fare. Anche perché uno dei problemi principali è che la maggior parte delle volte le tartarughe confondono i sacchetti di plastica con le meduse. Ma questo è un altro discorso, che riguarda il nostro comportamento all'interno dell'ecosistema.

C'è un rischio per chi va al mare?
In generale mi preme dire una cosa: così come è necessario conoscere la montagna per poterci andare in sicurezza, allo stesso modo bisogna conoscere il mare. Il rischio è che i bagnanti tolgano le meduse con le mani, o la maschera da immersione per poi indossarla, o che tocchino gli animali sugli scogli, spesso prelevandoli. L'educazione ambientale da questo punto di vista è fondamentale, la non conoscenza è il primo fattore di danno sia per l'ambiente che si va a frequentare che per se stessi.

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