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Perché il prezzo dei voli schizza a Natale: “La strategia delle compagnie per favorire chi può pagare di più”

A Natale il prezzo dei voli subisce un’impennata, succede ovunque, soprattutto in Sardegna. Il professore Alberto Gaggero a Fanpage.it spiega la teoria economica che c’è dietro e sfata un mito: “Prenotare con anticipo non serve”
Intervista a Prof. Alberto Gaggero
Professore ordinario di Scienze economiche applicate all'Università della Valle d'Aosta
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I prezzi dei voli a Natale subiscono un’impennata perché le persone sono disposte a pagare di più per viaggiare
I prezzi dei voli a Natale subiscono un’impennata perché le persone sono disposte a pagare di più per viaggiare

Acquistare un volo Milano-Cagliari il 17 dicembre con andata il 22 e ritorno il 27 costa dai 250 agli oltre 500 euro; da Roma costa a partire dai 179 a 250; va peggio a chi si sposta da Napoli o da Palermo perché è costretto a spendere da 300 a quasi 600 euro. Prezzi proibitivi anche da Torino e Genova dove le tariffe sfiorano i 700 euro. Le stesse tratte, ma nel periodo di marzo, costano meno di 50 euro, e anche le più costose non superano i 250 euro.

Per un fuori sede tornare a casa dalla propria famiglia per le vacanze di Natale è sempre dispendioso, ma passare qualche giorno con la famiglia può costare a un sardo quasi quanto un volo per New York o una crociera. Nonostante i meccanismi di continuità territoriale, cioè la possibilità per i residenti di acquistare biglietti a un prezzo agevolato, moltissime persone lamentano ancora prezzi folli e pochi posti disponibili.

Fanpage.it in queste settimane ha raccolto le loro storie e per dare una risposta ha raggiunto Alberto Gaggero, professore ordinario di Economia applicata all'Università della Valle d'Aosta ed esperto di economia dei voli: "Dietro questo sistema c'è una precisa teoria economica nota come peak-load pricing".

Perché i voli per la Sardegna costano così tanto

I voli per la Sardegna subiscono un'impennata significativa durante i periodi delle feste di Natale, Pasqua, o quelle estive. Questo accade per una serie di fattori che si possono spiegare con la teoria economica del peak-load pricing: "Quando la domanda aumenta, cioè quando più persone chiedono la stessa cosa, il prezzo di questa sale. È la base della legge della domanda", spiega Gaggero.

"Le compagnie aeree in questo modo discriminano, cioè differenziano i consumatori tra chi ha un'alta disponibilità a pagare di più per viaggiare a Natale, da chi invece non lo è". In questo modo riescono anche a spalmare la richiesta nei periodi meno richiesti, cioè quelli subito prima e subito dopo il picco.

"La compagnia aerea esclude tutte quelle persone che, pur volendo volare a Natale, preferiscono aspettare in ragione dei costi, e le ‘spalma' negli shoulder period, le settimane tra l'alta e la bassa stagione di una destinazione. L'aumento del prezzo del biglietto ‘sposta' quindi una parte della domanda nei giorni fuori dal picco della domanda e fa sì che nei periodi più richiesti ci siano più posti disponibili, sebbene a un prezzo alto".

Già il 6 gennaio, infatti, un biglietto andata e ritorno Milano-Cagliari costa tra i 60 e i 120 euro, meno della metà rispetto ai giorni di Natale. "Se le compagnie aeree non effettuassero il peak-load pricing e i prezzi fossero simili tra il periodo di picco e tutti gli altri, i voli più richiesti si riempirebbero molto più velocemente e tutti i biglietti verrebbero venduti. Pertanto, chi volesse partire in questi giorni anche pagando un prezzo alto, non potrebbe più farlo".

Questo sistema riguarda tutti, ma soprattutto i residenti sardi che vivono altrove. Per loro, la Regione stipula accordi di continuità territoriale sia con le compagnie aeree che con quelle marittime, per consentire spostamenti a tariffe agevolate tra la l'isola e il continente. I prezzi però restano proibitivi.

"Tutte le imprese, anche le compagnie aeree sono sempre mosse dalla massimizzazione del loro profitto, non fanno beneficenza – sottolinea il docente di economia – Quindi è chiaro che sta ad altri enti pensare a un contratto specifico per la continuità territoriale nel momento in cui le aziende vincono il bando di gara".

"Sfatiamo un mito: prenotare con anticipo non riduce il prezzo"

La stessa teoria del peak-load pricing fornisce anche una possibile soluzione, sebbene non praticabile sempre per tutti. In teoria, si dice che prima si prenota più si risparmia, ma questo non è sempre vero. A fare la differenza resta comunque e sempre il periodo in cui si vuole viaggiare. Alla luce della teoria economica analizzata da Gaggero, è chiaro che volare nei giorni delle feste di Natale, subito prima e subito dopo i "giorni rossi" non sarà mai economicamente vantaggioso.

In un recente studio realizzato da Gaggero e pubblicato su Economics of Transportation, emerge come questo fenomeno non riguardi solo l'Italia e la Sardegna: "Abbiamo analizzato il mercato americano attraverso un campione unico di oltre 18 milioni di tariffe e così siamo riusciti a stimare una variazione che va dal 4,3% all'83,1% nei giorni adiacenti alle festività nazionali e dal 2,7% al 34,7% nei giorni adiacenti alle festività federali".

Non si sfugge al rincaro, l'esperto quindi sfata un mito: "Non serve prenotare con anticipo, per risparmiare bisogna sfruttare gli shoulder period", i giorni vicini al momento di picco, ma non coincidenti con esso. "L'ideale sarebbe prenotare per la settimana precedente delle date più richieste. Questo perché i voli di picco partono già da un prezzo elevato, e anche prenotare con largo anticipo non cambia il fatto che sono estremamente desiderate".

La nostra redazione riceve testimonianze relative a storie che riguardano la difficoltà di spostarsi tra le isole e il resto d'Italia. Decidiamo di pubblicarle per spingere a una riflessione sulle condizioni e sulla grande disparità nell'accesso a servizi essenziali. Hai una storia simile da raccontare? Scrivici qui

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