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Per una rosa anche 10 euro. A San Valentino gli italiani donano foglie ornamentali

Cia-Agricoltori italiani: “Buone notizie per i produttori italiani di fronde e fogliame ornamentali, che aumentano le vendite a discapito delle rose di provenienza estera. Pur restando il fiore più venduto nella festa di San Valentino, la rosa a gambo lungo raggiunge i 10 euro a stelo e nei bouquet tende a prevalere la confezione, con surplus di verde reciso”.
A cura di Davide Falcioni
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L'inflazione non perdona neanche a San Valentino: per una rosa a gambo lungo, cioè oltre i 70 centimetri, si arriva a spendere 10 euro, un occhio della testa se poi si vuole regalare una composizione con più fiori.

Per questo la congiuntura economica decisamente sfavorevole ha convinto molti innamorati italiani a dirottare le loro scelte su altre soluzioni più a buon mercato. A rivelarlo l'Associazione dei florovivaisti di Cia-Agricoltori italiani: "Buone notizie per i produttori italiani di fronde e fogliame ornamentali, che aumentano le vendite a discapito delle rose di provenienza estera. Pur restando il fiore più venduto nella festa di San Valentino, la rosa a gambo lungo (sopra i 70cm) raggiunge i 10 euro a stelo e nei bouquet tende a prevalere la confezione, con surplus di verde reciso".

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Insomma, se le rose e i fiori in generale costano troppo a beneficiarne sono i produttori di fogliame ornamentale, per lo più italiani. "Si può stimare – spiega la Cia – una maggiore vendita di prodotto nazionale (+20%) grazie soprattutto al ruscus e all’eucalipto, venduti all’ingrosso a 10 euro/Kg. Si prevede anche un +20% di vendita per bouquet misti in cui prevale prodotto tipico Made in Italy, con composizioni dal costo medio di 20 euro: iris, ranuncoli, fresie, anemoni, gerbere e garofani (da 1,5 ai 2 euro del ranuncolo clone, il più pregiato)".

A causa dei forti rincari energetici, afferma sempre l'associazione di categoria degli agricoltori, "è sempre più caro l’import estero delle rose da Equador, Colombia, Kenya ed Etiopia, dove il basso costo della manodopera e il clima caldo, che non necessita serre riscaldate, non rendono più competitiva la produzione europea di questo fiore".

Nel nostro Paese il florovivaismo rappresenta il 5% della produzione agricola e conta 27 mila aziende e 100mila addetti, di cui 20mila coltivano fiori e piante in vaso e 7 mila sono vivai. Il comparto intero vale 2,5 miliardi di euro, con cinque Regioni che intercettano l’80% della produzione nazionale: la Liguria, che copre il 31% del totale, la Campania con il 16%, la Toscana con il 13%, la Puglia con l’11% e la Sicilia con il 10%.

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