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Pensioni

Pensioni, dalle banche alle scuole: i settori in cui la quota 100 piace di più

Il Sole 24 Ore riepiloga i dati riguardanti l’adesione alla quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo con l’ultima legge di Bilancio, in alcuni settori riguardanti sia i lavoratori pubblici che quelli privati. In particolare molte le adesioni nel mondo della scuola e negli istituti bancari.
A cura di Stefano Rizzuti
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La quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo con l’ultima legge di Bilancio, piace soprattutto nelle banche e nelle scuole. A tracciare un bilancio delle categorie che più hanno usufruito della quota 100 in tema di pensioni è Il Sole 24 Ore. Che raccoglie i dati fino al 3 giugno, quando le domande presentate erano state 142mila. La quota 100 permette ai lavoratori che hanno almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi versati di andare in pensione, anticipando i normali tempi previsti dalla legge Fornero. Tra coloro i quali hanno fatto richiesta, il 36% è scritto alla gestione lavoratori dipendenti. Il 32% fa invece parte della gestione pubblica. Poi troviamo gli artigiani (9%, sono 12.500), i commercianti (12mila) e solo più indietro i lavoratori iscritti a fondi speciali e i lavoratori di spettacolo e sport. Infine, sono pochissimi i richiedenti della quota 100 che appartengono alla gestione separata.

Nel settore pubblico su un totale di 46mila richiedenti una buona fetta viene dal mondo della scuola: sono in 27mila coloro i quali hanno presentato domanda entro il 28 febbraio per poter andare in pensione a settembre, come sempre avviene nel mondo della scuola in coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico. Per quanto riguarda gli altri dipendenti pubblici, invece, i primi pensionamenti con quota 100 scatteranno l’1 agosto, ma solo per chi abbia maturato i requisiti entro il primo gennaio 2019.

Nel settore privato i richiedenti sono 51mila. Tra questi ci sono le uscite nel mondo delle banche, a partire da tre accordi siglati in alcuni istituti e riportati dal Sole 24 Ore. I tre accordi riguardano Ubi Banca, Bnl Pnb Paribas e Intesa Sanpaolo. Per un totale di 1.680 uscite. L’accordo siglato da Ubi a marzo ha portato a 80 richieste con quota 100, su un totale di 300 pensionamenti e con un accordo che prevede cento nuove assunzioni. Per Bnl l’accordo di aprile porta invece 600 pensionamenti con quota 100. Infine, Intesa Sanpaolo prevede addirittura mille pensionamenti con l’anticipo previsto dal governo e un piano siglato per 150 nuove assunzioni. Sono invece in corso trattative per Carige e Bper. Per Unicredit bisognerà attendere il piano industriale, previsto per il dicembre del 2019.

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