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Paura per bimbo di 18 mesi a Palermo, in ospedale per overdose da cannabinoidi

Il piccolo ora sta meglio anche se rimane ricoverato in ospedale. i genitori hanno affermato di non sapere nulla della droga, parlando di un possibile rinvenimento casuale.
A cura di Antonio Palma
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Momenti di paura a Palermo per un bimbo di appena 18 mesi arrivato in ospedale con evidenti sintomi da overdose di sostanze stupefacenti. L'episodio nella serata di ieri, mercoledì 9 febbraio, quando il piccolo è stato accompagnato al pronto soccorso dell'Ospedale dei Bambini "G. Di Cristina" del capoluogo siciliano. Dai gravi sintomi riscontrati nel piccolo, i medici hanno subito intuito poteva trattarsi dell'ennesimo caso di overdose da droga e le successive analisi hanno confermato la diagnosi, evidenziando un consumo da cannabinoidi. I sanitari hanno messo subito in atto tutte le terapie cliniche necessarie e il piccolo ora sta meglio anche se rimane ricoverato in ospedale.

Il caso ha ovviamente innescato subito le procedure previste in questi casi e lo stesso ospedale ha informato la polizia dell'accaduto per avviare le indagini. Del fatto si stanno occupando ora gli uomini della squadra mobile della Polizia di Stato di Palermo coordinata dalla procura per i minorenni. I primi ad essere interrogati sono stati i genitori del bimbo, che vivono alla periferia nel capoluogo siciliano. I due hanno affermato di non sapere nulla della droga, parlando di un possibile rinvenimento casuale da parte del piccolo che poi avrebbe ingerito la sostanza.  Gli accertamenti sul contesto familiare comunque proseguono.

L'episodio però inevitabilmente ha fatto scattare di nuovo l'allarme per le assunzioni accidentali di droga da parte dei più piccoli a Palermo e nell'Hinterland visto che ormai sono diventate oltre una decina negli ultimi mesi, per lo più riguardanti hashish e marijuana. L'ultimo caso alla fine di gennaio quando una bimba di un anno e mezzo era arrivata in overdose da droga nello stesso ospedale pediatrico. "Non esiste una famiglia tipo per queste situazioni, nel tempo ci siamo trovati di fronte a genitori provenienti da contesti di periferia, ma anche del centro città" hanno spiegato dall'ospedale palermitano

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