Papa Leone XIV: “Riconoscere lo Stato potrebbe aiutare la Palestina ma non c’è voglia di ascoltare”

Papa Leone XIV ha scelto di intervenire con parole nette sul conflitto in Medio Oriente, nel momento in cui i leader mondiali si riuniscono a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lasciando Castel Gandolfo, il Pontefice ha ribadito che “si deve lavorare alla soluzione dei due Stati”, sottolineando che solo il reciproco riconoscimento di Israele e Palestina può aprire uno spiraglio verso la pace.
Interrogato sulla possibilità che il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina possa aiutare la causa palestinese, Leone XIV ha risposto con realismo: “Potrebbe aiutare, però in questo momento non si trova dall’altra parte volontà di ascoltare. Continua la campagna alla città di Gaza”. Un riferimento diretto alla crisi umanitaria che sta colpendo la popolazione civile, intrappolata tra bombardamenti, assedio e isolamento.
Il Papa non ha nascosto le difficoltà politiche di questo percorso, osservando che “gli Stati Uniti saranno probabilmente gli ultimi a riconoscere la Palestina”. Ma ha aggiunto che l’urgenza resta quella di “trovare una maniera per rispettare i popoli”, richiamando al dovere del dialogo e della diplomazia. Parole che arrivano mentre cresce la tensione internazionale, con il rischio di un conflitto sempre più lungo e devastante.
A dimostrazione della sua vicinanza concreta, Leone XIV ha fatto sapere di aver comunicato direttamente con la parrocchia di Gaza, condividendo la sofferenza di una comunità segnata da distruzione, morti e disperazione. Un gesto che va oltre la diplomazia e che mostra l’attenzione pastorale del Papa verso una delle aree più martoriate del pianeta.
In un altro intervento il Pontefice ha voluto esprimere la sua vicinanza anche al mondo ecclesiale, inviando un messaggio al quindicesimo convegno internazionale dell’Associazione internazionale esorcisti, riunitasi a Sacrofano. Attraverso il segretario di Stato Pietro Parolin, Leone XIV ha manifestato “apprezzamento per i sacerdoti che si dedicano al delicato e necessario ministero dell’esorcista”. Ha esortato i presbiteri a vivere questo compito non solo come liberazione dal male ma anche come consolazione dei fedeli oppressi dal maligno.
“Accompagnate i credenti realmente posseduti dal demonio con la preghiera e con l’invocazione della presenza di Cristo – si legge nel messaggio – affinché mediante l’esorcismo il Signore conceda la vittoria su Satana”. Durante il convegno sono intervenuti anche i cardinali Arthur Roche e Pietro Parolin, sottolineando l’importanza dell’umiltà e della vicinanza della Chiesa a chi soffre.