Papa Francesco: “La cultura russa non va cancellata. Zuppi sta facendo un grande lavoro per la pace”
Dalla missione di pace del presidente della Cei Matteo Zuppi all'ammirazione per il popolo cinese, dalla "mistica del terzo vicino" della Mongolia che la favorisce nel dialogo tra Cina e Russia alla precisazione sulle parole rivolte ai giovani cattolici russi, passando per il degrado delle periferie in Italia e nel mondo, un degrado a cui i governi sono chiamati a dare risposte incentrate sulla "vera giustizia sociale". Per finire, l'immancabile impegno sul clima.
Sono i temi toccati da Papa Francesco sul volo che da Ulan Bator lo ha riportato a Roma, concludendo così la sua 43esima visita apostolica internazionale. E riguardo ai viaggi futuri, alla possibilità di recarsi in Vietnam, dove i cattolici desiderano incontrarlo, ha risposto con una battuta: una visita "sicuramente ci sarà perché il Vietnam è una terra che merita", "se non andrò io, andrà Giovanni XXIV…". E poi ha aggiunto: "Vi dico la verità: per me fare un viaggio adesso non è molto facile come all'inizio. Ci sono limitazioni, nel camminare… questo limita… vediamo".
Rispondendo all'inviato dell'Ansa in merito alle sue recenti dichiarazioni sulla grande madre Russia e l’eredità di personaggi come Pietro il grande e Caterina II – affermazioni che hanno molto irritato gli ucraini – il Pontefice ha chiarito cosa pensa degli imperialismi, e in particolare di quello russo. "Ho detto l’idea della grande Russia, perché l’eredità russa è molto buona, è molto bella. Pensa nel campo delle lettere, nel campo della musica, fino ad arrivare a un Dostoevskij che oggi ci parla di umanesimo maturo; si è fatta carico di questo umanesimo, che si è sviluppato, nell’arte e nella letteratura".
E ancora: "Quello che ho detto ai giovani russi è di farsi carico della propria eredità, di prendere la propria eredità, che vuol dire non comprarla altrove. Prendersi la propria eredità. E quale eredità ha dato la grande Russia: la cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto grande; e non va cancellata per problemi politici. Avete avuto anni bui in Russia, ma l’eredità sempre è rimasta così, alla mano. Poi lei parla dell’imperialismo. E io non pensavo all’imperialismo quando ho detto quello, ho parlato della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, mai; è sempre dialogare, e parlavo di questo. È vero che ci sono degli imperialismi che vogliono imporre la loro ideologia. Mi fermo qui: quando la cultura viene distillata e trasformata in ideologia, questo è il veleno".
In merito alla missione del cardinale Zuppi, Bergoglio ha chiarito che "è una missione di pace che io ho assegnato. E lui ha fatto un piano che prevedeva di visitare Mosca, Kyiv, Stati Uniti e anche Pechino. Il cardinale Zuppi è un uomo di grande dialogo e di visione universale, lui ha nella sua storia l’esperienza del lavoro fatto in Mozambico nella ricerca della pace e per questo ho inviato lui. I rapporti con la Cina sono molto rispettosi, molto rispettosi. Personalmente ho una grande ammirazione per il popolo cinese, i canali sono molto aperti, per la nomina dei vescovi c’è una commissione che da tempo lavora con il governo cinese e con il Vaticano, poi ci sono tanti o meglio ci sono alcuni preti cattolici o intellettuali cattolici che sono invitati spesso nelle università cinesi a tenere corsi. Credo che dobbiamo andare avanti nell’aspetto religioso per capirci di più e che i cittadini cinesi non pensino che la Chiesa non accetta la loro cultura e i loro valori e che la Chiesa dipenda di un’altra potenza straniera. Questa strada amichevole la sta facendo bene la commissione presieduta dal cardinale Parolin: stanno facendo un bel lavoro, anche da parte cinese, i rapporti sono in cammino. Io ho un grande rispetto per il popolo cinese".
Su Laudato Si' e la lotta ai cambiamenti climatici, Papa Francesco ha ricordato che "i giovani sono preoccupati. Uno scienziato italiano bravo – abbiamo fatto un incontro all’Accademia – ha fatto un bell’intervento e ha finito così: ‘Io non vorrei che la mia nipotina, che è nata ieri, entro trent’anni viva in un mondo così brutto'. I giovani pensano al futuro. E in questo senso mi piace che lottino bene. Ma quando c’entra l‘ideologia o c’entra una pressione politica o si usa per questo, non va. La mia esortazione apostolica uscirà il giorno di San Francesco, 4 ottobre, ed è una revisione di cosa è successo dalla COP di Parigi, che è forse è stata la più fruttuosa, fino ad oggi".