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Papa Francesco alla messa di Pasqua: “La pace non si costruisce con le armi”

Papa Francesco: “Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”.
A cura di Davide Falcioni
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Circa 60 mila fedeli hanno partecipato in piazza San Pietro alla messa di Pasqua celebrata da Papa Francesco; c'era grande attesa in particolare per il messaggio finale, dedicato soprattutto al tema della pace, e per la successiva benedizione Urbi et Orbi pronunciata dalla Loggia Centrale della Basilica. "La Chiesa rivive lo stupore delle donne che andarono al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana", ha detto Bergoglio, che poi ha proposto un parallelismo con l'attualità. "La tomba di Gesù era stata chiusa con una grossa pietra; e così anche oggi massi pesanti, troppo pesanti chiudono le speranze dell'umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora".

Russia – Ucraina, il Papa: "Sì a scambio dei prigionieri"

Poi Francesco ha parlato delle due guerre più vicine: "Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti", ha detto il Pontefice.

Francesco: "A Gaza garantire accesso degli aiuti umanitari"

In merito al massacro di palestinesi a Gaza Bergoglio ha fatto appello "a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia".

Il Papa: "Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo"

All'Urbi et Orbi di Pasqua, Francesco ha ammonito: "Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo nei loro occhi. Hanno dimenticato di sorridere. Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un'assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull'Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori".

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"Non dimentichiamo la guerra in Siria"

Il Santo Padre ha lanciato un nuovo appello per la cessazione delle guerre nel mondo, anche di quelle dimenticate. "Non dimentichiamoci della Siria, che da quattordici anni patisce le conseguenze di una guerra lunga e devastante. Tantissimi morti, persone scomparse, tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla Comunità internazionale", ha esortato Bergoglio.

Il messaggio del Papa contro tutte le guerre

"Il mio sguardo va oggi in modo speciale al Libano – ha aggiunto il Papa – da tempo interessato da un blocco istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, aggravate ora dalle ostilità alla frontiera con Israele. Il Risorto conforti l'amato popolo libanese e sostenga tutto il Paese nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo". Francesco ha rivolto "un pensiero particolare" alla "Regione dei Balcani Occidentali, dove si stanno compiendo passi significativi verso l'integrazione nel progetto europeo: le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l'Europa e per il mondo intero".

Parimenti, Francesco ha incoraggiato "i colloqui tra l'Armenia e l'Azerbaigian, perché, con il sostegno della Comunità internazionale, possano proseguire il dialogo, soccorrere gli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose e arrivare al più presto a un accordo di pace che sia definitivo". "Il Risorto assista il popolo haitiano – ha detto ancora il Pontefice – affinché cessino quanto prima le violenze che lacerano e insanguinano il Paese ed esso possa progredire nel cammino della democrazia e della fraternità". "Dia conforto ai Rohingya – ha continuato -, afflitti da una grave crisi umanitaria, e apra la strada della riconciliazione in Myanmar lacerato da anni di conflitti interni, affinché si abbandoni definitivamente ogni logica di violenza". "Apra vie di pace nel continente africano – ha aggiunto il Papa -, specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell'intera regione del Sahel, nel Corno d'Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico, e faccia cessare la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e provoca carestia e fame".

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