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Palermo, si suicida l’ex capo dei Gip Cesare Vincenti. Era coinvolto nell’inchiesta su Zamparini

Cesare Vincenti, ex capo dei Gip (Giudici per le Indagini Preliminari) di Palermo, si è tolto la vita gettandosi dal balcone della sua casa nella zona residenziale di via Sciuti, Palermo. Il magistrato e suo figlio Andrea, avvocato, erano indagati da alcuni mesi dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e rivelazione di notizie riservate.
A cura di Davide Falcioni
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Cesare Vincenti, ex capo dei Gip (Giudici per le Indagini Preliminari) di Palermo, si è tolto la vita gettandosi dal balcone della sua casa nella zona residenziale di via Sciuti. Sul luogo della tragedia anche il procuratore Francesco Lo Voi, il questore Renato Cortese, oltre ad investigatori dei carabinieri e mezzi di soccorso, nonché i carabinieri del Ris.

Cesare Vincenti e suo figlio Andrea, avvocato, erano indagati da alcuni mesi dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e rivelazione di notizie riservate nell'ambito dell'indagine sulla presunta fuga di notizie relativa all'ex patron del Palermo Maurizio Zamparini, che avrebbe saputo in anticipo della pendenza di una richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti. Di corruzione risponde anche il figlio di Vincenti, Andrea. L’inchiesta era stata aperta per il sospetto che una talpa al palazzo di giustizia di Palermo avesse avvertito, attraverso l'allora presidente del Palermo calcio, Giovanni Giammarva, l’ex patron rosanero Maurizio Zamparini della richiesta pendente di arresto a suo carico avanzata dalla Procura.

Vincenti, come previsto da tempo, era andato in pensione il 19 giugno. Alcuni giorni prima la casa del magistrato e l’ufficio del Gip erano stati sottoposti a perquisizione. Un paio di settimane fa il giurista aveva organizzato una festa di commiato per il suo pensionamento al Palazzo di Giustizia.

Stando a quanto emerso dalle indagini Giovanni Giammarva, a maggio del 2018, chiese un incontro urgente a Maurizio Zamparini, che il giorno seguente rassegnò le dimissioni dalle cariche societarie. Il giudice per le indagini preliminari chiamato a decidere sull'arresto, che lavorava nell’ufficio diretto da Vincenti, negò le manette sostenendo che le dimissioni dalla carica avessero fatto venir meno le esigenze cautelari. Secondo gli inquirente ad avvisare i dirigenti del Palermo dell'imminente arresto di Zamparini sarebbe stato proprio Cesare Vincenti. Quanto all'ipotesi di reato di corruzione, risulta determinante l'incarico legale dato al figlio nella società rosanero. Sarebbe stato questo, per gli inquirenti,  il prezzo della corruzione.

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