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Covid 19

Otre 300 morti sul lavoro per covid dall’inizio dell’epidemia, Inail: età media 59 anni

Come spiega l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, rispetto alla precedente rilevazione le infezioni da coronavirus di origine professionale segnalate all’Inail sono 846 in più che portato il totale a 52.209 con un’incidenza del 19,4% rispetto al totale dei contagiati nazionali. I casi mortali di covid sul lavoro invece sono circa un terzo dei decessi sul lavoro registrati dall’inizio dell’anno.
A cura di Antonio Palma
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Sono oltre 300 i morti per covid sul lavoro in Italia dall’inizio dell’epidemia mentre hanno superato quota 52mila i contagi avvenuti sui luoghi di lavoro. Son i dati Inail sull’emergenza coronavirus nel mondo del lavoro aggiornati al 31 agosto. Come spiega l’Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, rispetto alla precedente rilevazione le infezioni di origine professionale segnalate all’Inail sono 846 in più che portato il totale a 52.209 con un’incidenza del 19,4% rispetto al totale dei contagiati nazionali. I casi mortali di covid sul lavoro, invece, sono 27 in più che portano il totale a 303, pari a circa un terzo dei decessi sul lavoro registrati dall’inizio dell’anno.

Stando sempre ai dati Inail, i contagi mortali sul lavoro sono concentrati soprattutto tra gli uomini che rappresentano l’83,8% e nelle fasce 50-64 anni e over 64 anni, con un’età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione invece il totale delle infezioni da coronavirus di origine professionale segnalate all’Istituto, il rapporto tra i generi si inverte con il  71,3% di donne tra i lavoratori contagiati e con una età media che scende a 47 anni.

Otto infezioni su 10 si registrano in ambito sanitario. Nel dettaglio, il 71,2% delle infezioni denunciate e il 23,3% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale che comprende però anche case di cura e di riposo e residenze per anziani e disabili. Se a questi si aggiungono le infezioni nel settore degli organismi pubblici preposti alla sanità la percentuale arriva a oltre l’80 per cento dei contagi e al 34% dei decessi. Come sottolineano all’Inail, “Con la graduale ripresa delle attività dopo il lockdowne, a partire dal mese di maggio, si osserva una progressiva riduzione dell’incidenza dei casi di contagio nel settore della sanità e assistenza sociale e un incremento in quelle attività economiche che, soprattutto nel periodo estivo, hanno avuto una ripresa lavorativa”.

La regione più coinvolta è la Lombardia dove si registra oltre un terzo dei casi di coronavirus sul lavoro. Dall’analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate nel Nord Italia: il 56,1% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,9%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%). Per i  contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale è del 56,4%, mentre il Sud, con il 16,2% dei decessi, precede il Nord-Est (13,2%), il Centro (12,2%) e le Isole (2,0%). Tra le regioni, il primato negativo alla Lombardia, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,0%) e il 42,6% dei decessi. La provincia più colpita è quella di Milano (11,0%), seguita da Torino (7,9%), Brescia (5,5%) e Bergamo (4,7%).

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