Oristano, madre si barrica in casa con la figlia contesa: non vuole consegnarla al padre

Alla fine, dopo ore, ha lasciato la casa dove si era barricata con la figlia piccola ed è salita nell'auto dei carabinieri diretta in caserma, la giovane madre della provincia di Oristano che non voleva consegnare la figlia al padre, come disposto dal Tribunale di Viterbo, dopo la separazione della coppia. “Chi può si rechi subito a casa mia a Baressa, vogliono prendere la bambina”, aveva scritto intorno alle 10 su Facebook la donna. La vicenda era iniziata proprio questa mattina, quando le autorità aveva bussato alla porta della mamma di 38 anni. Lei però si è rinchiusa nella camera da letto, insieme alla nonna della bimba e alla prozia.
Fuori dall’abitazione, oltre ai militari dell’Arma e uno psicologo, era arrivata anche la consigliera comunale M5s di Oristano, Patrizia Cadau: “Sono riuscita a parlare con lei tramite cellulare. Le autorità sono intenzionate a portare via la bambina. È barricata in camera sua, con la figlia. Fuori dalla sua porta ci sono otto agenti, tra cui alcuni in divisa. Vogliono portare via la piccola separandola dalla madre e impedendo che lei possa accompagnarla. È riuscita a contattarmi attraverso il telefono della sorella, che è con lei. Mi ha detto che le è impedito mettersi in contatto con chiunque e al momento, dato il forte stato di stress e violenza cui è sottoposta, viste le circostanze, ha necessità di un medico. Qui fuori ci sono otto volanti della forze dell’ordine, con gli agenti per il servizio d’ordine pubblico”. La donna ha accusato anche un malore ed è stato necessario l’intervento di un’ambulanza sul posto. Da quanto si apprende, il padre della piccola si trova in un'altra caserma dei carabinieri, sempre in provincia di Oristano, in attesa di poter riabbracciare la figlia e riportarla con sé nella penisola.
Dopo aver appreso della decisione del tribunale di affidare la bimba contesa al padre, la donna aveva chiesto aiuto sui social network. Poi la decisione di barricarsi in casa. Il Tribunale di Viterbo, la 38enne, dopo che il primo tentativo degli assistenti sociali di prelevare la figlia era andato a vuoto, aveva disposto che la bimba debba essere consegnata al padre. A fine maggio, nella casa della famiglia della mamma, erano arrivati i carabinieri e gran parte della comunità era scesa in piazza per esprimere la solidarietà alla donna, tra cui anche la consigliera Cadau. “Questa esecuzione comporta un grave trauma e una ripercussione irreversibile sulla futura crescita di mia figlia – ha detto la mamma alle forze dell’ordine, parlando dal balcone di casa in cui si era barricata -. E da madre non lo posso consentire. Voi fate il vostro dovere, ma io faccio il mio. La bambina non la posso consegnare, e me ne assumo le responsabilità essendo consapevole di quello che ho dichiarato”.