Inchino della Madonna al boss, il prete sfida il Papa: “Basta criminalizzarci”

Vengono criminalizzati e basta. Io sarò al fianco di questi ragazzi, perché non hanno fatto niente di male”. A parlare in un’intervista a La Stampa è Don Benedetto Rustico, il parroco di Oppido Mamertina, piccolo paese in provincia di Reggio Calabria divenuto suo malgrado noto per un episodio che a distanza di due settimane fa ancora discutere. Era il 2 luglio, quando la Madonna delle Grazie si ‘inchinava’ davanti alla casa del boss locale della ‘ndrangheta, Peppe Mazzagatti. Oltre a don Rustico (che è anche cugino di Mazzagatti), erano presenti il sindaco, parte della giunta e due carabinieri. I carabinieri, con il maresciallo Andrea Marino, decidono di abbandonare la processione. Dopo qualche giorno la notizia è finita sulle prime pagine dei principali giornali nazionali. La Dda reggina avvia un’indagine e, grazie a un video girato durante il rito religioso, vengono identificati tutti i venticinque portatori della statua. Ora resta da capire se qualcuna di quelle persone fosse in qualche modo collegata al clan Mazzagatti. Nel frattempo la statua della Madonna delle Grazie torna nella teca sopra l’altare della chiesa di contrada Tresilico – da dove era partita la cerimonia – dove molto probabilmente resterà a lunga vista la scelta della curia di sospendere a tempo indeterminato le processioni.
Il parroco di Oppido: "Non hanno fatto nulla, sarò al loro fianco"
Sul caso è intervenuto, come detto, Don Benedetto Rustico, che già nei giorni scorsi aveva accusato il Maresciallo di essere stato “troppo rigido”. Queste le sue parole a La Stampa: “Si criminalizza e basta. Tra i portatori della statua della Madonna che sono finiti sotto inchiesta c'è chi ha avuto un tumore, ha fatto un voto, c'è chi anche ha avuto problemi con la giustizia, ma la redenzione è per tutti". Qualora qualcuno dei 25 portatori fosse processato, noi, dice "saremo al loro fianco di, ci costituiremo con loro non possiamo abbandonarli, perché non hanno fatto niente". Don Benedetto difende la sua comunità: "Gli arresti non servono, la situazione non è cambiata, bisogna dare risposte, lavoro e giustizia, ma quella giusta, le sembra normale che due ragazzi siano stati assolti dall'accusa di omicidio dopo 13 anni?".