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Omicidio Vasto, i legali: “Di Lello aveva comprato la pistola per suicidarsi”

Al via il processo per l’omicidio di Italo D’Elisa. “L’imputato Fabio Di Lello – ha sostenuto la difesa – ha acquistato la pistola sei mesi prima del delitto perché era intenzionato ad usarla contro se stesso”.
A cura di Susanna Picone
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È iniziato oggi, davanti alla Corte d'Assise di Lanciano, il processo per l'omicidio di Italo D'Elisa, il ragazzo di ventuno anni di Vasto ucciso a colpi di pistola un mese fa in strada da Fabio Di Lello. Il panettiere ex calciatore dovrà rispondere davanti ai giudici di omicidio premeditato e per lui la procura di Vasto ha chiesto il giudizio immediato. La difesa dell’uomo, rappresentata dagli avvocati Giovanni e Antonino Cerella e Pierpaolo Andreoni, ha preannunciato la richiesta di rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica e all'esclusione della premeditazione del delitto. I familiari della vittima – genitori, fratello e zii paterni – hanno presentato la costituzione di parte civile. Si tornerà in aula il 10 marzo prossimo. Gli avvocati che difendono Di Lello hanno parlato dell’arma che l’uomo aveva acquistato diversi mesi fa e che il primo febbraio scorso ha usato in strada contro il giovane D’Elisa: “L'imputato – ha sostenuto la difesa – ha acquistato la pistola sei mesi prima del delitto perché era intenzionato ad usarla contro se stesso”.

L’omicidio di Italo D’Elisa a Vasto

L’omicidio di Italo Dì’Elisa è avvenuto in pieno giorno in strada a Vasto, davanti a un bar di Via Perth. Di Lello ha sparato tre colpi di pistola calibro 9 contro D’Elisa, ai suoi occhi colpevole di aver investito circa nove mesi prima la moglie Roberta Smargiassi. La donna, la scorsa estate, era a bordo di uno scooter quando è stata colpita dall'auto guidata da D'Elisa ed è deceduta quasi immediatamente. Dopo il delitto e prima di costituirsi alle forze dell'ordine, accompagnato dal suo avvocato, Di Lello si era recato proprio sulla tomba della sua compagna, dove aveva lasciato l'arma usata per “vendicarla”. “Sta malissimo, piange in continuazione e non riesce a venire fuori da questo stato di prostrazione”, è quanto nei giorni scorsi hanno detto gli avvocati di Di Lello chiedendo per l’omicida gli arresti domiciliari.

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