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Omicidio Pierpaolo Panzieri, la mamma del killer: “Non so se lo amerò più, deve pagare”

Il 30enne Michael Alessandrini è stato fermato in Romania per l’omicidio avvenuto a Pesaro. La madre Silvia: “Mi vergogno di averlo messo al mondo, non so se lo vorrò rivedere mai più”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Non lo so se amerò più mio figlio, se non lo amerò, ho queste sensazioni contrastanti dentro. Deve pagare per quello che ha fatto". Così Silvia la mamma di Michael Alessandrini, il 30enne di Pesaro accusato di aver ucciso il suo amico d’infanzia, Pierpaolo Panzieri. Ai microfoni de La Vita in Diretta, il programma di Rai1 condotto da Alberto Matano, ammette:

Mi vergogno di lui e sono combattuta se vorrò mai più rivederlo. Deve pagare fino in fondo per quello che ha fatto. Me l‘hanno detto all’età di un anno e mezzo che soffriva di deficit cognitivi. Ma noi della famiglia non abbiamo colpe. Se potessi morire al posto di Pierpaolo lo farei. Era l’unico amico che cercava di aiutarlo”.

Alessandrini, 30 anni, è stato fermato ieri in Romania come presunto assassino di Panzieri, 27 anni. Davanti alla Corte d'appello di Timisoara, è stato portato anche per ricevere la notifica del mandato di cattura internazionale per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e da crudeltà. La magistratura pesarese ne ha chiesto l'estradizione.

 Purtroppo, ultimamente beveva quando stava male perché psicologicamente non era a posto, a un anno e mezzo l’ho portato in ospedale e mi hanno fatto un referto con ‘paziente affetto da turbe affettivo-relazionali’, questo ragazzo è nato bacato… è capitato a me, vorrei che non capitasse a nessuno una cosa del genere" dice ancora Silvia.

La donna poi ricorda quando le maestre del figlio alle elementari "mi dicevano che era una mosca bianca, all’inizio pensavo: perché le mosche devono essere tutte nere? Ma adesso dico che magari fosse stato una mosca nera come tutti gli altri".

La donna infine afferma:

Noi siamo tutti vittime, Piero era l’unico che cercava di farlo ragionare, un ragazzo di cuore, buono, che per la sua bontà ci ha rimesso la vita. Se potessi morire io al posto suo lo farei. Ho bisogno solo di chiudermi in una bolla per continuare a vivere e a fare tutti i giorni i conti con questa sofferenza che ho, con questo senso di colpa che ho, con questo combattimento che ho tra il voler vedere mio figlio se torna, non torna e come sta o non volerlo più. Mi vergogno anche da una parte perché l’ho messo al mondo, purtroppo".

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