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“Offro video con minorenni”, resta attiva la chat pedofila su Telegram: la Polizia Postale indaga

La Polizia Postale ha acquisito gli screenshot originali realizzati da Fanpage.it all’interno della chat Telegram in cui vengono ogni giorno scambiati decine di migliaia di messaggi, foto e video spesso a carattere pedopornografico o di revenge porn.
A cura di Davide Falcioni
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La polizia postale ha acquisito gli screenshot originali dell'inchiesta di Fanpage.it sulla cosiddetta "chat degli orrori", il gruppo Telegram con oltre 55mila iscritti in cui ogni giorno vengono immessi migliaia di contenuti a carattere pedopornografico e di revenge porn. La consegna dei file è avvenuta presso la sede della polizia postale di Ancona e ulteriori approfondimenti investigativi verranno svolti in collaborazione con i colleghi di Milano.

A una settimana dalla pubblicazione dell'inchiesta la chat continua ad essere attiva e sono stati centinaia di migliaia i messaggi che al suo interno sono stati scambiati: in moltissimi casi si tratta di richieste e offerte di foto e video di bambini, adolescenti ed ex, con "trattative" che talvolta vengono condotte alla "luce del sole" – cioè davanti a migliaia di utenti online – e altre volte invece proseguono privatamente, spesso in cambio di denaro. "Cerco video pedo, offro di tutto", "Cerco giovane porco depravato per commenti pesanti e fantasie perverse su foto di mia moglie vestita da sposa", "Cerco foro di ex, sorelle, amiche, mamme, cugine", "Mostro la mia ragazza, foto spy di alta qualità", "Cerco video pedo con bambini e ragazzine" sono solo alcuni dei messaggi ricorrenti, e neppure tra i più compromettenti.

Perché non si riescono a chiudere le chat pedopornografiche di Telegram

Ma qual è il motivo per cui – malgrado le segnalazioni alla Polizia Postale – quella ed altre chat simili chat non sono state chiuse? La ragione è che Telegram risponde alla giurisdizione statunitense da alcuni mesi, da quando cioè ha attivato un servizio di digital tokens negli USA; per questo non risponde alle leggi italiane. Una dirigente della polizia postale ha confermato a Fanpage.it le difficoltà a intervenire in situazioni del genere spiegando che si sta lavorando per colmare un vuoto normativo che di fatto limita le possibilità di intervento delle autorità italiane: "Queste chat di Telegram possono ospitare fino a 200mila iscritti che spesso, dopo la chiusura, migrano in massa in altre chat con un nome diverso ma le stesse funzioni. È un cane che si morde la coda". Insomma, nonostante l'impegno quotidiano e la volontà da parte della polizia ci sono oggettive difficoltà: d'altro canto si sa che la tecnologia corre e i legislatori sono costretti a inseguire, non con poca fatica. Ciò non toglie che le indagini potranno portare alle denunce di alcuni membri.

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