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Dpcm 25 ottobre, la protesta della palestra di Ferrara: “Restiamo aperti, con le buone o con le cattive”

La protesta di una palestra del Ferrarese contro il dpcm firmato nel weekend dal Premier Conte che ha introdotto ulteriori restrizioni per fermare il contagio  da coronavirus tra cui la chiusura totale di palestre. “Restiamo aperti, con le buone o con le cattive. Non mandateci nessuna autorità perché li faremo tornare indietro con le buone o con le cattive”.
A cura di Antonio Palma
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“Voglio continuare a rispettare le regole ma non potete chiuderci e se non sarò ascoltata prego il sindaco di non mandarmi nessuna autorità a chiudermi, perché li farò tornare indietro con le buone o con le cattive” così Maria Antonietta Pellanda, titolare di una palestra per Bodybuilding nel Ferrarese ha annunciato pubblicamente di voler disobbedire alle nuove misure imposte dal dpcm firmato nel weekend dal Premier Conte che ha introdotto ulteriori restrizioni per fermare il contagio da coronavirus tra cui la chiusura totale di palestre, piscine e centri sortivi similari.

Secondo la donna, nelle palestre le rigorose misure anti-contagio imposte dai precedenti provvedimenti renderebbe bassissimo il rischio di infezione per questo la chiusura sarebbe da evitare. Come spiega a il Resto del Carlino, a preoccupare però è soprattutto il lato economico con uno stop alle attività che metterebbe in ginocchio le casse della palestra costringendola a una chiusura definitiva.

“Non si possono più rispettare imposizioni del genere soprattutto perché lo stato italiano non è in grado di tutelarci e aiutarci. In questa pandemia le uniche persone che hanno superato brillantemente il contagio sono stati gli sportivi e cosa fa il Grande Signor Conte? Chiude le palestre dove facilmente si può tenere sotto controllo il contagio” ha scritto in un post su facebook la donna, che è a capo di un’associazione sportiva dilettantistica con sede nella zona di Pontemaodino, nel comune ferrarese di Codigoro.

“Prego il sindaco di non mandarmi nessuna autorità a chiudermi, perché li farò tornare indietro con le buone o con le cattive e chi mi conosce sa che lo farò. Il lavoro è un diritto” ha concluso la donna appellandosi al sindaco, alle forze dell'ordine ma anche a tutti i titolari delle altre palestre per fare gruppo: “Il mio lavoro è essenziale per me e la mia famiglia. Da qui non mi smuove nessuno. Restate aperti tutti, gestori e imprenditori”.

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