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Nessuno capisce che la gamba poteva essere salvata, amputato a 25 anni: Asl condannata a risarcirlo

La drammatica vicenda di David Bonaventuri, è arrivata ora a conclusione anche dal punto di vista giudiziario con la condanna dell’Asl Toscana e dell’Azienda ospedaliera pisana.
A cura di Antonio Palma
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Il drammatico incidente alla gamba poi la corsa in ospedale e il trasferimento in un’altra struttura più specializzata, ma in tutto questo tempo nessuno si è accorto che l’arto poteva essere salvato e così il giovane paziente si è ritrovato amputato a soli 25 anni. È la drammatica vicenda di David Bonaventuri, fotografo professionista e sportivo oggi 35enne, che ora è arrivata a conclusione anche dal punto di vista giudiziario con la condanna dell’Asl Toscana e dell’Azienda ospedaliera pisana al risarcimento dei danni più spese legali.

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Dietro quella decisione di amputare l’arto al paziente, secondo quanto emerso in sede civile al tribunale di Pisa, in base alle perizie medico legali, vi è stata “una condotta negligente, imprudente e imperita dei sanitari coinvolti di entrambe le strutture sanitarie”. Una sentenza che dà il via libera al risarcimento ma purtroppo conferma un’amarissima possibilità per Bonaventuri e cioè che quella gamba poteva ancora essere al suo posto.

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Secondo i periti, infatti, le possibilità di salvare l’arto erano di circa il 90% tenuto conto del luogo dove è avvenuto il fatto e la distanza dalle strutture sanitarie. Quindi, spiega il giudice, “ove non fossero stati compiuti i gravi errori commessi invece da entrambe le strutture sanitarie, l’arto avrebbe potuto essere salvato” in quanto “Non vi sono motivi per discostarsi dalle conclusioni del collegio peritale, nonostante le contestazioni delle due strutture sanitarie convenute”.

L’incidete risale al 2012 mentre David Bonaventuri stava lavorando al taglio di un pino marittimo in un bosco del Monte Serra. Il tronco di un grosso albero già tagliato gli franò addosso cadendo da un poggio sul quale non era stato messo in sicurezza.

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Per quell’incidente, in sede penale sono stati già condannati i responsabili della cooperativa per cui l’uomo lavorava con relativi indennizzi mentre l’Inail è intervenuta con le rendite del caso visto che l’incidente era avvenuto sul luogo di lavoro. Ora condananta in sede civile anche l’Asl per la responsabilità medica.

David Bonaventuri nel frattempo si è rifatto una vita. L’assenza dell’arto è stata una sfida che lo ha portato a diventare un fotografo professionista, specializzato negli sport estremi, a praticare rafting e altri sport come il calcio dove indossa anche la maglia della nazionale degli amputati.

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