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Neonato salvato a Trapani, l’operatrice del 118: “Una ricompensa per il nostro lavoro”

Il racconto del salvataggio del neonato abbandonato nella campagna di Paceco. Il piccolo Francesco Alberto sta bene, è in buone condizioni all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.
A cura di Biagio Chiariello
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"È quasi una ricompensa, una rivincita rispetto a quando, purtroppo, nonostante gli sforzi, non c’è niente da fare. In vent’anni non mi era mai accaduto. È stato un miracolo”. Sono le parole di Veronica Catalano, l'operatrice del 118 che fa capo alla centrale operativa di Palermo e Trapani, che ieri, con il suo collega Piero Cialona (nella foto), ha soccorso il neonato abbandonato in una via sterrata di Paceco, a poche ore dal parto.

Il bimbo si trova adesso all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. È vivo davvero solo per un caso: la zona è isolata e difficilmente qualcuno lo avrebbe scoperto se il coltivatore non fosse passato per andare a lavorare.

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"Che bieddu, sì che bello. Quello che è successo ci segnerà a vita. Quegli occhietti, quella manina… Io ho già due figli stupendi, altrimenti…”.  A Live Sicilia non nasconde che le piacerebbe adottare Francesco Alberto. Un doppio nome per una doppia coincidenza: quella con San Francesco d'Assisi che si festeggiava proprio ieri, 4 ottobre (a cui è stato aggiunto il nome del Santo Patrono di Trapani, Alberto), e il nome del primo carabiniere intervenuto ieri nelle campagne trapanesi insieme al 118.

Quindi il racconto di quanto accaduto ieri a Paceco, in contrada Sciarrotta. “Siamo stati allertati per un codice rosso – racconta Veronica – e si diceva che c’era un neonato. Sul posto l’abbiamo sentito piangere, il particolare ci ha rincuorati. Abbiamo trovato la persona che aveva rintracciato il bimbo e che lo stava accudendo. L’ho preso in braccio. Abbiamo seguito il protocollo, riunendoci con una ambulanza medicalizzata. Le condizioni del piccolo, fortunatamente, erano buone”.

Emozionato è anche Alberto Marino, il vicebrigadiere che ha partecipato alle operazioni di soccorso. “Non voglio giudicare nessuno perché non so quale storia ci sia dietro, ma certo di questi tempi ci sono mille modi per vivere una maternità non voluta, modi che non mettano a rischio la vita del bambino che è vivo per miracolo" ha detto il carabiniere che, da anni, lavora al Nucleo operativo Radiomobile. Francesco Alberto si chiama così anche per lui.

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