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Morto per overdose, grave il padre che scrisse un libro contro la droga: arrestato il pusher

Paolo Lorenzini, 56enne di Viareggio, è stato condannato a cinque anni di reclusione al termine di un processo celebrato con rito abbreviato: l’uomo, secondo il Tribunale di Lucca, ha venduto la droga a Samuele Ventrella, morto lo scorso 2 agosto per un’overdose. Suo padre Gerardo, invece, si è salvato in extremis.
A cura di Davide Falcioni
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Paolo Lorenzini, 56enne di Viareggio, è stato condannato a cinque anni di carcere al termine di un processo celebrato con rito abbreviato: l'uomo, secondo il Tribunale di Lucca, ha venduto la droga a Samuele Ventrella, morto lo scorso 2 agosto per un’overdose. Il 25enne di Rivarolo Canavese, in provincia di Torino, aveva consumato un mix di cannabis, cocaina e alcol assieme al padre Gerardo sul lungomare di Lido di Camaiore. Entrambi avevano accusato un malore per strada e il cuore di Samuele aveva cessato di battere subito l’arrivo in ospedale.

Dopo un'infanzia e un'adolescenza complicate Samuele Ventrella stava cercando di risollevarsi: dopo aver trovato un lavoro nel primo giorno di ferie aveva deciso di andare a trovare suo padre che viveva a Lido di Camaiore e che nel 2007 aveva scritto il libro  intitolato "Il mio quartiere", un’autobiografia nella quale, rivolgendosi al figlio, lo invitava a godersi la vita senza ripetere i suoi stessi errori. L'uomo, cresciuto nelle case popolari di Mirafiori, a Torino, raccontava di essere riuscito a lasciarsi alle spalle la dipendenza dalle sostanze stupefacenti tuttavia, nella notte fra il 1 e il 2 agosto 2020, Gerardo e Samuele avevano assunto insieme molta droga e il ragazzo ha avuto la peggio, mentre l'uomo si è salvato solo grazie a un trapianto di fegato. Al termine di un lungo coma e dopo più di un mese di ricovero in ospedale, Ventrella ha deciso di collaborare con i carabinieri di Lido di Camaiore, guidati dal luogotenente Romolo Castellano e coordinati dal pm Antonio Mariotti, che hanno arrestato Lorenzini per spaccio di sostanze stupefacenti. Oggi è arrivata la condanna. L’inchiesta ha anche ricostruito la fiorente attività di spaccio  di droga nei primi 8 mesi del 2020 continuata, almeno secondo gli inquirenti, anche dopo la morte del Ventrella.

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