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Morto Gianni Pettinà, l’alpino più anziano d’Italia: ad agosto avrebbe compiuto 107 anni

Gianni Pettinà, l’alpino più longevo d’Italia, è morto nel sonno la notte scorsa. Ad agosto avrebbe compiuto 107 anni. Il ricordo del governatore Zaia: “Per la nostra Regione e per tutto il Paese si chiude una vera pagina di storia, un testimone della nostra vita dalla prima guerra mondiale a questi tristi giorni del Coronavirus”.
A cura di Susanna Picone
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Gianni Pettinà, l’alpino più longevo d’Italia, è morto nel sonno la notte scorsa nella sua casa di Malo (Vicenza). Tra tre mesi, il prossimo 5 agosto, avrebbe compiuto 107 anni. Classe 1913, figlio di un alpino, Gianni Pettinà fu artigliere alpino del gruppo Conegliano a partire dal 1940. Scartato dalla leva, fu poi richiamato per partecipare alla campagna di Grecia: lo aspettavano cinque anni di guerra, quasi due in un campo di internamento lavorando in uno zuccherificio, dopo la cattura da parte dei tedeschi. “Porto il cappello con orgoglio, feci quasi cinque anni da militare durante la guerra, di cui 22 mesi da internato in un campo in Germania. Solo chi ha passato una simile esperienza può capire”, aveva detto lui stesso in occasione del suo ultimo compleanno. E anche per quest’anno l’Ana di Malo aveva in programma una grande festa, emergenza sanitaria permettendo. Purtroppo Pettinà non è arrivato all’importante traguardo.

"Come dicono gli Alpini, Gianni Pettinà è andato avanti. Oggi non perdiamo solo la Penna nera più vecchia del Veneto alla veneranda età di 107 anni. Per la nostra Regione e per tutto il Paese si chiude una vera pagina di storia, un testimone della nostra vita dalla prima guerra mondiale a questi tristi giorni del Coronavirus”, le parole del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, che così ha salutato l'Alpino più anziano d'Italia.

"La grande marcia di Gianni Pettinà continua: la sua eredità di Penna Nera, combattente nella Seconda Guerra Mondiale nel fronte greco e poi di internato per due anni rimane una lezione per noi tutti. Ai suoi familiari, a quanti lo hanno amato, agli amici dell’Ana di Malo, le mie più sincere condoglianze”, così invece Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto. "Ha attraversato il Novecento e i primi vent’anni del nuovo Millennio vedendo il cambiamento del mondo, con la trasformazione radicale del nostro Veneto passato ad essere, grazie proprio a gente come lui, grazie ai sacrifici che la sua generazione ha saputo sopportare, da terra di povertà a grande protagonista all’avanguardia sociale oltre che economica, come abbiamo visto anche in questi ultimi mesi, della migliore Europa”, ha aggiunto.

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