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La morte di Luca Ventre in Uruguay

Morte di Luca Ventre, ecco le carte dell’autopsia che smentiscono l’ospedale e i poliziotti

Sull’arrivo in ospedale e la morte di Luca Ventre il personale medico interrogato dalla Procura di Montevideo fornisce tre versioni diverse e nessuna di queste chiarisce a pieno i primi risultati dati dall’autopsia, in cui si legge che “il cervello è edematoso”, presenta cioè edemi, compatibili con la morte da strangolamento. Fanpage mostra in esclusiva il documento ufficiale.
A cura di Stela Xhunga
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Più passa il tempo e più gli elementi della vicenda di Luca Ventre, il 35enne italiano morto formalmente per "arresto cardiaco" la mattina del 1° gennaio 2021, a Montevideo, Uruguay, anziché chiarirsi, sfuggono. Dopo avere riportato le versioni discordanti dei due agenti di polizia che lo hanno portato in ospedale, Fanpage.it ha attinto a testimonianze e trascrizioni degli interrogatori cui sono stati sottoposti i medici e gli infermieri che erano di turno all'Hospital de la Clinica all'arrivo di Luca Ventre e alla notifica del suo decesso. Le versioni di quanto sarebbe successo all'interno dell'ospedale sono tre e nessuna chiarisce a pieno i primi risultati dati dall'autopsia.

Le tre versioni dell'ospedale di Montevideo

La prima versione, rilasciata da una dottoressa del reparto PS che ha preso turno al pronto soccorso dell'Hospital de la Clinica alle 8.00, dichiara che Luca le viene consegnato alle 8.06 già morto. La seconda versione, fornita dall'agente L., che ha ammanettato Luca in ambasciata, lo ha portato in ospedale e lo ha scortato al suo interno, è avallata dal referto del Pronto Soccorso: Luca è in stato di fortissima agitazione e particolarmente violento già a bordo della volante, comportamento, questo, che spinge gli agenti a portarlo in ospedale, legarlo in carrozzella, scortarlo e lasciarlo in un box di sicurezza, dove gli vengono somministrati dei farmaci,  il midazolam e l'haloperidol tramite iniezioni sul collo e senza un esame medico preliminare. Particolare, questo, non irrilevante, considerato che su soggetti deboli, alterati o sotto effetto di droghe e alcol possono causare arresto cardiaco, specie se somministrati in dosi massicce. Una leggerezza che non ci si aspetta da uno degli ospedali migliori dell'Uruguay. Dopo undici minuti dalla somministrazione, Luca va in arresto cardiaco, e dopo cinque cicli di rianimazione di cui 3 con adrenalina andati a vuoto, viene dichiarato morto alle 8.30. La ricostruzione cronologica dell'agente è però diversa da quella del medico che ha firmato l'accettazione e il referto del Pronto Soccorso. La terza versione, infine, è data da un'altra infermiera, che dice che Luca entra al pronto soccorso con le convulsioni, non è in grado di parlare, e va in arresto cardiaco.

L'autopsia effettuata dal medico legale non evidenzia cause apparenti di morte dovuta a traumi o lesioni. Il viso e il corpo di Luca riportano ferite superficiali, e in prima battuta gli ematomi sul collo vengono giustificati con le iniezioni di farmaci. Il cuore è sano e in perfetta forma. Nessun segno evidente di infarto (che secondo la versione del pronto soccorso, invece, sarebbe stato innescato dal mix di midazolam e haloperidol). Campioni di cuore e cervello sono stati inviati per l'analisi patologica e lo stesso è stato fatto con campioni di sangue e urine per l'esame tossicologico ma i risultati ancora non sono stati trasmessi alla famiglia di Luca e ai suoi legali. Sebbene si debbano attendere ulteriori approfondimenti per stabilire le cause della morte, già nel primo referto dell'autopsia in anteprima esclusiva su Fanpage.it si legge che il cervello presenta uno stato edematoso, compatibile con la morte da strangolamento. I legali della famiglia Ventre hanno già fatto richiesta affinché venga fatta un'altra autopsia presso un medico legale privato, in Italia.

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