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Morì a 22 anni durante la Notte Rosa, dopo 12 anni la famiglia non si arrende: “Analizzate il cellulare”

Il corpo senza vita del 22enne Vadim Piccione venne trovato dopo la Notte Rosa di Riccione nel 2012. I genitori chiedono di continuare ad indagare. Con la nuova tecnologia sarebbe possibile recuperare tutto il contenuto del cellulare danneggiato dall’acqua.
A cura di Susanna Picone
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Vadim Piccione
Vadim Piccione

Sono passati dodici anni dalla morte di Vadim Piccione, e la sua famiglia non è intenzionata ad arrendersi. Il giovane aveva 22 anni quando nel 2012 morì durante la più celebre notte di festa della Riviera Romagnola, la Notte Rosa.

Il ragazzo fu trovato nel canale Marano a Riccione dopo una serata trascorsa con gli amici. Una morte considerata una "tragica fatalità" ma i suoi familiari sono convinti che Vadim non sia annegato (il medico legale che esaminò il corpo constatò tra l'altro che non c’era acqua nei polmoni). E chiedono si indaghi ancora.

L'indagine sul caso è già stata riaperta due volte, ora la famiglia si è affidata all'avvocata Elena Fabbri. Sono certi che la tecnologia attuale potrebbe portare alla luce dettagli mai emersi in passato. Al centro delle richiesta di riapertura delle indagini c'è il telefono di Vadim: "Ci sarebbe la possibilità di scandagliare il telefono di Vadim, non era mai accaduto", ha spiegato l’avvocata.

Il cellulare di Vadim Piccione – un telefono di vecchia generazione – venne trovato accanto a lui, danneggiato dall’acqua, e all’epoca il suo contenuto non venne analizzato. "Possiamo recuperare tutto quello che c'è potenzialmente", è convinta l’avvocata Fabbri. Durante le indagini svolte finora gli inquirenti si erano concentrati solo sui tabulati telefonici utili solo a conoscere gli ultimi spostamenti e le ultime chiamate, ma adesso appunto ci sarebbe la possibilità di accedere ad altri dati del dispositivo. Ad esempio si potrebbe capire chi Vadim sentì al telefono quella sera e con chi trascorse le sue ultime ore.

La speranza è che questo possa indicare una nuova pista sulla morte del 22enne. "Non mi arrenderò mai, lotterò per la verità", insiste oggi il padre del giovane, Giuseppe Piccione. "Non escludiamo nessuna pista – precisa Fabbri –, non si tratta più di valutare solo un’omissione di soccorso, anche se sarà la Procura a fare le proprie valutazioni al riguardo. Molto dipenderà dall’esito degli accertamenti sul cellulare, a seguito del quale contiamo di capire con chi, quella sera, Vadim aveva avuto gli ultimi contatti".

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