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Modena, rapinata e stuprata sotto la minaccia di un coltello in un seminterrato: arrestato 22enne

Una ragazza di circa 20 anni è stata rapinata e violentata sotto la minaccia di un coltello. La giovane ha denunciato lo stupro alle forze dell’ordine di Modena fornendo dettagli sul luogo dell’accaduto e sull’aspetto dell’aggressore. Il responsabile è stato fermato 24 ore dopo la violenza.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una ragazza di circa 20 anni è stata trascinata in un seminterrato, rapinata e violentata da un 22enne a Modena. Secondo quanto raccontato dalla giovane vittima alle forze dell'ordine, l'uomo l'avrebbe attirata nel seminterrato di un palazzo in via San Faustino nel pomeriggio di sabato 18 giugno per consumare un rapporto sessuale dietro pagamento di denaro.

Il 22enne però non voleva versare la somma pattuita e, quando la ragazza si è ribellata, l'ha minacciata con un coltello. 

La ragazza ha tentato la fuga, ma è stata trattenuta dal suo aggressore che l'ha è costretta a consumare il rapporto sotto minaccia dell'arma. Subito dopo la violenza, l'uomo l'ha obbligata a consegnare il cellulare e i contanti che aveva con sé.

Il 22enne si è poi dato alla fuga, lasciando la ragazza da sola sul luogo dell'abuso. La 20enne si è quindi recata dai carabinieri per denunciare e ha fornito un resoconto dettagliato sui fatti, sul luogo della violenza e sull'aspetto del suo aggressore. Le forze dell'ordine hanno subito iniziato le ricerche e, grazie alle informazioni fornite dalla ragazza, il 22enne è stato trovato circa 24 ore ore dopo il fatto ed è stato sottoposto a fermo.

Interrogato su quanto successo, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 22enne ora in carcere è assistito dall'avvocata Gabriela Giordano. Secondo quanto reso noto, l'uomo sarebbe sprovvisto di permesso di soggiorno e si mantiene svolgendo mansioni saltuarie pagate in nero.

La vittima invece risulta residente a Bologna. Le forze dell'ordine continueranno a indagare per definire i contorni della vicenda. Nel frattempo la 20enne è stata assistita dai sanitari del 118. Dopo aver ricevuto tutte le cure del caso, ha potuto fare ritorno a casa.

Il giudice per le indagini preliminari si è riservato tempo per prendere una decisione sul caso.

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