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Mimmo Lucano ha lasciato Riace: “Cosa ho fatto di male per non poter stare nel mio paese?”

Nella serata di ieri, il tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari al primo cittadino calabrese, sostituendoli con un provvedimento di divieto di dimora nel comune jonico. Così, questa mattina, intorno alle 6 circa, Mimmo Lucano ha lasciato Riace e al momento non si sa quale sarà la sua destinazione definitiva.
A cura di Charlotte Matteini
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Nella serata di ieri, il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è tornato libero. Il tribunale del Riesame ha infatti deciso di revocare gli arresti domiciliari al primo cittadino calabrese – accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per aver cercato di organizzare dei matrimoni di comodo per far ottenere dei permessi di soggiorno ad alcune migranti e di fraudolenta assegnazione di appalti pubblici – e di sostituire la misura preventiva con un provvedimento di divieto di dimora nel comune jonico. Così, questa mattina, intorno alle 6 circa, Mimmo Lucano ha lasciato Riace e al momento non si sa quale sarà la sua destinazione definitiva.

“La mia paura è che tutto questo sia diventato un fatto politico, che adesso ci sia l’obbligo di stritolarmi. Forse ho sbagliato a dire che avremmo comunque mantenuto in vita il sistema Riace senza finanziamenti pubblici, che avremmo fatto accoglienza spontanea. Cosa ho fatto di male per non stare nel mio paese dopo che ci ho messo l’anima?”, ha dichiarato Lucano commentando il provvedimento di divieto di dimora.

Il collegio difensivo del sindaco di Riace ha fatto già sapere che ricorrerà per Cassazione contro la misura restrittiva, ma per una decisione sarà necessario attendere almeno un mese. Nel frattempo, Lucano dovrà trovare un domicilio alternativo.

"Caro Mimmo, lo so che non lascerai la tua e nostra amata Calabria ma se vuoi ti ospitiamo con amore a Napoli. Il divieto di dimora nella tua Riace è peggio degli arresti domiciliari ma non potranno mai arrestare la rivoluzione. Riace vivrà con Lucano sindaco", ha commentato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, offrendo ospitalità al sindaco calabrese. Stessa offerta è pervenuta anche da Leoluca Orlando, sindaco di Palermo: "La revoca dei domiciliari restituisce la libertà a Mimmo Lucano ma non ferma la battaglia legale e civile perché possa continuare e possa rafforzarsi l'esperienza di Riace e la cultura di accoglienza e convivenza diffusa che essa rappresenta. Ho già espresso a Mimmo Lucano, come hanno fatto i sindaci di tante città fra cui Parigi, la mia solidarietà e la volontà di dare vita ad iniziative coerenti con il coinvolgimento di comuni di tutta Europa, gli ho anche rivolto l'invito a venire a Palermo, già nei prossimi giorni e in occasione del Festival delle letterature migranti, per condividere la sua storia ed esperienza e costruire insieme un percorso che trova nelle comunità ed amministrazioni locali la sua forza".

"Evidentemente Lucano non è un eroe dei tempi moderni ma la gente in Calabria mi chiede più lavoro non più immigrati. Chi c'era prima di me al ministero dell'Interno, di ben altro colore politico, aveva già iniziato delle inchieste e sollevato dei dubbi e delle perplessità. Ci sono state evidentemente delle irregolarità, perché altrimenti noi non avremmo chiesto trentaquattro chiarimenti. Vogliamo solo che vengano rendicontate le spese effettuate, visto che si tratta di denaro pubblico. Se poi un giudice dice che non può mettere piede nel proprio Paese, evidentemente Lucano non è un eroe dei tempi moderni. O è stato distratto o non so che altro", ha invece commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

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