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Migranti, la procura indaga ancora le Ong: perquisita nave di Save the Children. “Estranei ai fatti”

In queste ore è in corso una perquisizione a bordo della nave Vos Hestia, di proprietà della Ong Save the Children. Secondo l’accusa, alcuni membri dell’equipaggio sarebbero coinvolti in episodi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo il sequestro della nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet, la procura di Trapani, a seguito di un'indagine condotta anche con l'ausilio di agenti sotto copertura, in queste ore sta perquisendo la nave Vos Hestia della Ong Save The Children. Su richiesta della procura, dunque, gli agenti della Squadra Mobile di Trapani, dello Sco, Servizio Centrale Operativo, e della Guardia Costiera, stanno procedendo a perquisire l'imbarcazione che da qualche giorno è ormeggiata al porto di Catania. Il provvedimento di perquisizione è firmato dal procuratore della Repubblica di Trapani Alfredo Morvillo e dai pm Tarondo e Sgarrella, titolari dell’inchiesta.

Secondo quanto si apprende dalle prime notizie diffuse da Trapani, la perquisizione sarebbe scaturita da un rapporto congiunto che Polizia, Sco e Guardia Costiera hanno fatto arrivare ai pm lo scorso 5 ottobre. Gli investigatori ipotizzano sostanzialmente che a bordo della Vos Hestia siano stati trattenuti documenti inerenti alla gestione di alcuni trasbordi di immigrati clandestini nel tratto di mare immediatamente vicino alle acque territoriali libiche. Come ricorda il quotidiano La Stampa, "già nel decreto di sequestro della Iuventa il gip Cersosimo del Tribunale di Trapani aveva fatto più volte riferimento alla Vos Hestia, spesso in contatto con la Iuventa per trasbordare gli immigrati che venivano portati sotto bordo della ong tedesca dai barchini condotti dai trafficanti e scafisti. Peraltro le condotte in mare tenute anche della Vos Hestia sono state segnalate all’autorità giudiziaria da un agente dello Sco apposta infiltrato a bordo della nave, come se fosse stato dipendente di una società incaricata della sicurezza, la Imi Security Service".  

Inoltre, solo poche settimane fa la procura aveva inoltrato un avviso di proroga delle indagini Marco Amato, comandante della nave di Save the Children attualmente sotto perquisizione. Amato sarebbe indagato per avere omesso di comunicare all’autorità giudiziaria che in un’occasione, ad alcuni migranti presi a bordo, fu sequestrato un ingente quantitativo di droga che per ordine dello stesso comandante venne gettato in mare. La Procura di Trapani con la perquisizione odierna mira a trovare alcuni documenti, anche informatici, che proverebbero il coinvolgimento dell’equipaggio della Ong Save the children in episodi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La replica di Save the Children

"L’operazione di oggi da parte delle Autorità competenti a bordo della nave Vos Hestia di Save the Children presso il porto di Catania è relativa ad una ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children. Infatti, come si evince dallo stesso decreto di perquisizione, la documentazione oggetto di ricerca è relativa a presunte condotte illecite commesse da terze persone", spiega l'organizzazione non governativa in una nota.

"Ribadiamo con forza che Save the Children ha sempre agito nel rispetto della legge durante la propria missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo e confermiamo, pertanto, ancora una volta, che l’Organizzazione non è indagata. Tutte le operazioni sono state condotte in strettissimo coordinamento con la guardia costiera italiana e nella massima collaborazione con le autorità. La nostra missione è sempre stata guidata unicamente dall’imperativo umanitario di salvare vite. Confidiamo che la magistratura, nella quale l’Organizzazione ha piena fiducia, faccia immediata chiarezza sull’intera vicenda".

“Oltre a ribadire la nostra totale estraneità alle indagini, Save the Children annuncia la sospensione della propria attività di ricerca e salvataggio in mare, come già pianificato, e del resto attuato anche lo scorso anno. La decisione arriva dopo aver valutato attentamente la riduzione del flusso di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Europa, e le mutate condizioni di scurezza ed efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso in mare nell’area. Per troppo tempo abbiamo supplito all’inesistenza o inadeguatezza di politiche europee di ricerca e soccorso, nonché di accoglienza dei migranti, cercando di portare un contributo concreto e volto al salvataggio delle vite di bambini e adulti”, ha dichiarato infine Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

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