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Migrante suicida dopo aggressione a Ventimiglia, condannati i tre uomini che lo presero a sprangate

Sono stati condannati a due anni di reclusione i tre uomini che a maggio 2021 hanno aggredito, prendendolo a sprangate, il migrante 23enne Moussa Balde, poi morto suicida dopo alcuni giorni in un Cpr di Torino.
A cura di Chiara Ammendola
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L'aggressione a Moussa Balde
L'aggressione a Moussa Balde

Sono stati condannati a due anni di reclusione i tre uomini che a Ventimiglia aggredirono, prendendolo a sprangate, il migrante della Guinea, il 23enne Moussa Balde, che si impiccò poi alcuni giorni dopo nel Cpr di via Brunelleschi a Torino. Ignazio Amato, 29 anni, originario di Palmi (Reggio Calabria), Francesco Cipri, 40 anni e Giuseppe Martinello, 45 anni, entrambi originari della provincia di Agrigento, sono stati riconosciuti colpevoli di lesioni nei confronti del giovane migrante dal giudice di Imperia Marta Maria Bossi.

Il pm Matteo Gobbi, durante l'udienza del 9 dicembre scorso, aveva chiesto nella requisitoria finale una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione per i tre imputati. Oggi la decisione del giudice ritenuta dal legale dei tre "una sentenza equilibrata". “È stata concessa la sospensione condizionale della pena – ha spiegato l'avvocato Marco Bosio – e sono state riconosciute le attenuanti generiche in misura equivalente rispetto alle contestate aggravanti, come richiesto dalla difesa”.

Anche l'avvocato di parte civile, Gianluca Vitale, che assiste la famiglia di Balde, ha parlato di una condanna "significativa e correttamente parametrata alla gravità del fatto". “C'è stato anche un risarcimento di tremila euro alle parti civili – ha spiegato l'uomo – erano stati contestati i 10 giorni di prognosi perché credo ci sia stata una sottovalutazione da parte dei medici. Viene però riconosciuta la gravità dell'aggressione, al di là delle conseguenze che andranno viste anche in altra sede”.

Moussa Balde
Moussa Balde

L'aggressione ai danni di Moussa Balde avvenne il 10 maggio 2021 a Ventimiglia: i tre lo presero a sprangate davanti a un supermercato in seguito, secondo quanto da loro dichiarato, a un tentativo di borseggio da parte di Balde a uno di loro. Il giovane migrante, originario della Guinea, pochi giorni dopo, il 23 maggio, si uccise, impiccandosi.

“Le responsabilità sulla morte di Moussa non sono sicuramente dei tre imputati di oggi, ma delle istituzioni e su questo andremo avanti – ha proseguito l'avvocato Vitale – a Torino, tra le ipotesi che si fanno, c'è anche quella del sequestro di persona, essendo stata istituzionalizzata in qualche modo la possibilità di operare un isolamento nel cosiddetto ‘ospedaletto' che non è previsto da alcuna normativa e che tra l'altro avveniva in condizioni assolutamente inumane”.

Le indagini sulla morte di Moussa Balde non sono ancora state chiude e l'augurio del legale è che "possa essere stabilita una verità sulle responsabilità dello Stato per la morte di Moussa e purtroppo anche di altri migranti".

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