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Medici volontari dall’Italia per aiutare i colleghi sfiniti dal Covid: “Il nostro è un giuramento”

Un gruppo di 59 medici è partito dall’aeroporto militare di Pratica di Mare di Roma alla volta di Bologna per poi da lì essere distribuito a operare nelle regioni più colpite dal Coronavirus. Le telecamere di Fanpage.it hanno seguito la loro partenza ascoltando le loro storie: “Abbiamo fatto un giuramento quando abbiamo scelto questa professione”.
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Un gruppo di 59 medici è partito dall'aeroporto militare di Pratica di Mare di Roma alla volta di Bologna per poi da lì essere distribuito a operare nelle regioni più colpite dal Coronavirus. Le telecamere di Fanpage.it hanno seguito la loro partenza, ha ascoltato le loro storie: "Abbiamo fatto un giuramento, non è retorica ma è una missione. Qualcosa che è giusto fare in questo momento". 

Le storie dei medici che partono verso il Nord

Si tratta di una parte dei circa ottocento tra dottori e infermieri volontari che sono stati selezionati tramite un bando della Protezione Civile a cui hanno risposto migliaia di sanitari. Il periodo di servizio è di tre settimane, ma il ministro per gli Affari Regionali Boccia – che ha accompagnato i volontari nel viaggio verso l'Emilia – non ha escluso che possa essere chiesto al personale di prolungare la loro disponibilità per far fronte alla crisi. "Lo facciamo per curare i malati – spiegano le persone in partenza –, ma soprattutto per dare un cambio ai colleghi che da mesi si trovano a lavorare in condizioni estreme".  Paura? "Un po', ma quando abbiamo scelto questa professione abbiamo fatto un giuramento ed è giusto rispettarlo". 

Una, tra i medici volontari, racconta di aver lasciato a casa un marito e un figlio piccolo: "La cosa più difficile è spiegare ai miei cari questa scelta, a mio figlio. Gli ho detto: ‘La mamma si sente di fare questa cosa qua perché è importante'. Alla fine mio figlio l'ha capito e mi ha dato ancora più forza. Paura ne ha, però è contento perché mi vede contento e faccio una cosa che volevo fare con il cuore". Grande lucidità da parte dei professionisti della salute: "Non ci aspettiamo la gratitudine, ma vogliamo l'attenzione. L'attenzione deve essere sempre massima perché finito questo periodo di pandemia, ci aspetterà un altro periodo in cui non possiamo lasciare indietro più nessuno". 

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