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Medici di Crotone: “Moriamo a mani nude lottando contro il virus e i responsabili non pagano”

L’ordine dei medici di Crotone Operatori punta il dito contro alcuni emendamenti presentati nella discussione al Senato sulla conversione del decreto legge Cura Italia, che assolverebbero le strutture sanitarie e i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria da responsabilità penale, civile ed erariale “in relazione agli eventi avversi accaduti durante la pandemia da Covid-19 e in particolare ‘in caso di danni agli operatori'”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la bocciatura, da parte della Ragioneria Generale dello Stato, di un emendamento al ‘Cura Italia' che prevedeva la fornitura di dispositivi individuali di protezione in via prioritaria ai medici dipendenti e convenzionati, agli operatori sanitari e sociosanitari, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai farmacisti, i sanitari sono sul piede di guerra.

L'Ordine dei medici di Crotone prende una dura posizione contro "alcuni emendamenti presentati nella discussione al Senato sulla conversione del decreto legge Cura Italia, che prevedono una sostanziale immunità per le strutture sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria, scagionando le condotte dei datori di lavoro da responsabilità penale, civile ed erariale in relazione agli eventi avversi accaduti durante la pandemia da Covid-19 e in particolare ‘in caso di danni agli operatori'".

Il presidente dell'Ordine e il Consiglio direttivo chiedono "che i proponenti tali emendamenti li ritirino immediatamente, riconoscendoci la dignità e il rispetto che ci sono dovuti, chiedendoci scusa per aver pensato di assolvere a priori le istituzioni che avevano, invece, la responsabilità e il dovere di tutelarci".

I sanitari definiscono gli emendamenti in questione "crudeli, sprezzanti e offensivi per una categoria che, nel combattere e lavorare a mani nude, soccombe giorno per giorno in obbedienza ai propri dettami deontologici e al proprio senso di responsabilità professionale".

"Nel piangere i pazienti – ammoniscono i medici calabresi – piangiamo anche tutti i sanitari deceduti e ammalati, non si sa ancora con quali conseguenze permanenti sullo stato di salute, durante l'esercizio delle proprie funzioni. Non vogliamo essere quegli eroi chiamati a lavorare con abnegazione e spirito di servizio, e tanto basta, ma vogliamo che non ci vengano negati i diritti che uno Stato di diritto deve garantire a tutti i cittadini e lavoratori".

I governi, che sono stati travolti dalla pandemia, sono "colpevoli comunque di non aver adeguato i piani per fronteggiare le epidemie, ingannevolmente convinti che i propri livelli socio-economici avrebbero di per sé potuto esorcizzare eventi di tale portata, in quanto fin troppo impegnati in politiche improntate prevalentemente sui temi dell'economia a discapito degli standard sanitari (37 miliardi di euro tagliati sul Fondo sanitario negli ultimi 10 anni in Italia e un decennio di un disastroso austero Piano di rientro in Calabria)".

"Non si vuole colpevolizzare, a prescindere – puntualizza ancora l'Ordine dei medici di Crotone – chi nelle gestioni periferiche/territoriali non è stato messo in condizione, dagli organismi e dalle strutture nazionali preposte alla gestione, di potersi dotare dei necessari Dpi a protezione dei propri operatori sanitari, così come di poter effettuare loro, per tempo, i tamponi a causa dei noti limiti di recettività dei laboratori regionali attualmente accreditati".

E "non si vuole colpevolizzare se i respiratori e i posti letto di rianimazione e Covid-dedicati dovessero, giammai, rivelarsi insufficienti di fronte a una evenienza di più grave portata nonostante gli sforzi profusi dai singoli amministratori per implementarli, certamente queste tutte conseguenze della gravità dell'epidemia. Ma non si può sottacere la sottostima di un'organizzazione apicale piuttosto incerta, lenta e spesso lacunosa". Ma "per quanto non sia questo il momento delle polemiche", perché "questo è il tempo dell'impegno e del senso di responsabilità tanto dei sanitari quanto degli amministratori e dei cittadini, ognuno per la propria parte", i vertici dell'Omceo chiedono l'immediato ritiro degli emendamenti che scagionano i responsabili dalle loro responsabilità.

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