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Mazzette per la costruzione di una casa di riposo: arrestati due ex sindaci nel Veneziano

“Stiamo parlando di una mazzetta tra il 10 e il 15% di poco più di 100mila euro ma sono diversi gli episodi relativi a richieste di denaro per attività pubbliche” ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbero chiesto e preso mazzette per dare il via libera ai lavori per una casa di riposo sul territorio comunale. Queste le pesanti accuse nei confronti di due ex sindaci di Santa Maria di Sala, nel Veneziano, arrestati nelle scorse ore dai carabinieri nell'ambito di un'indagine per corruzione e concussione, legata alla vendita di un terreno per l'edificazione di una Rsa

I due amministratori sono Nicola Fragomeni, attuale presidente del Consiglio Comunale e coordinatore provinciale di Coraggio Italia, e Ugo Zamengo, consigliere comunale, entrambi finiti ai domiciliari. Destinatari della misura cautelare emessa dal gip anche due manager della sanità padovana e due imprenditori padovani.

L'inchiesta per reati contro la pubblica amministrazione commessi in Veneto è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia e coordinati dalla locale procura della Repubblica tra il 2019 e il 2022, tramite servizi di osservazione e pedinamenti oltre che con l’analisi dei dati.

Una parte dell’indagine è legata alla vendita di un terreno per la costruzione della casa di riposo a Santa Maria di Sala. In pratica, per gli inquirenti, gli amministratori avrebbero favorito la costruzione dell'edificio con cambio destinazione d'uso in cambio delle tangenti versate da imprenditori compiacenti.

L'altra parte dell'inchiesta riguarda l'acquisto di mascherine e altri presidi sanitari, fatto con affidamento diretto a un familiare di Fragomeni, che avrebbe portato a un guadagno illecito di 60mila euro.

"Stiamo parlando di una mazzetta tra il 10 e il 15% di poco più di 100mila euro ma sono diversi gli episodi relativi a richieste di denaro per attività pubbliche" ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, rivelando:" Questa indagine è stata lunga e complessa ed è nata perché un cittadino, a cui sarebbe stato chiesto del denaro, non ha accettato la proposta illecita e ha mantenuto la schiena dritta, denunciando tutto quello che è successo"

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