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Mazzette nelle pratiche e soldi contati in bagno, funzionari della Motorizzazione incastrati a Palermo

Una vera e propria bufera giudiziaria per la Motorizzazione di Palermo con 8 dipendenti arrestati insieme a 13 titolari di agenzie auto. Probabilmente pensavano che in bagno non vi fossero telecamere ed è lì che la polizia li ha registrati mentre contavano continuamente i proventi delle mazzette.
A cura di Antonio Palma
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Le regole covid del distanziamento avevano imposto il divieto di contatto tra funzionari e addetti delle varie agenzie auto ma nulla era riuscito a fermare la corruzione in atto alla motorizzazione civile di Palermo dove, con un rodato sistema, le mazzette venivano inserite nelle pratiche che poi il funzionario provvedeva a ripulire dalla busta coi soldi che venivano infine contati in bagno.

È quanto hanno immortalato le telecamere nascoste piazzate dalla polizia stradale negli uffici della Motorizzazione palermitana di via Fonderia Oretea che la scorsa settimana hanno portato agli arresti 21 persone tra cui otto dipendenti dell’Ente. Oltre a funzionari e dipendenti dell'ufficio, in manette infatti sono finiti anche 13 titolari di agenzie auto e di disbrigo pratiche che, per l’accusa, avevano messo in piedi un enorme vorticoso giro di tangenti. Le accuse a vario titolo vanno da corruzione ad abuso, da falsità ideologica a violazione del sistema informatico.

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Una vera e propria bufera giudiziaria per la Motorizzazione di Palermo che è finita al centro delle inchieste della magistralità per corruzione per la sesta volta in 27 anni. Un dato ancora più preoccupante se si pensa che alcuni degli indagati e arrestati erano già stati coinvolti in precedente inchieste e temevano di essere controllati.

“Vabbè ci sono telecamere dentro… microspie… audio video… già ci è bastato la prima volta… abbiamo già dato dobbiamo stare attenti noi altri nella macchina non parlare capito?”, diceva ad esempio uno degli indagati intercettato dagli inquirenti. Ma nemmeno questo era servito da deterrente. Probabilmente pensavano che in bagno non vi fossero telecamere ed è lì che la polizia li ha registrati mentre contavano continuamente i proventi delle mazzette.

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Oltre 60 gli episodi contestati agli indagati. L’inchiesta era partita però da lontano e cioè da alcune anomalie nei numeri delle immatricolazioni dei veicoli provenienti dall'estero evase dalla Motorizzazione di Palermo. Si era passato dalle 7mila pratiche del 2016 alle 20mila del 2019 ma a impensierire gli inquirenti il fatto che per oltre l'ottanta per cento gli intestatari erano residenti fuori la provincia di Palermo e che la quasi totalità delle pratiche era commissionata da un ristretto numero di agenzie palermitane.

Per l’accusa, i funzionari in realtà erano corrotti e chiudevano un occhio in cambio di soldi, arrivando anche ad inserire dati falsi nel sistema informatico dell’ufficio. Il denaro, che veniva messo nelle cartelline con la documentazione che l’agenzia depositava presso gli uffici della Motorizzazione, era diventato praticamente una consuetudine tanto che alcuni funzionari lo chiamavano “stipendio”. Secondo gli inquirenti, si era arrivati anche a 600 euro a settimana per facilitare pratiche di immatricolazione di auto e camion provenienti dall’estero, di collaudo e di duplicazione delle carte di circolazione e cambi di destinazione d’uso.

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