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Mattia Minguzzi ucciso a 14 anni da baby gang, famiglia vede killer in aula: “Pene più dure per i minori”

“Non è crudeltà ma deterrenza” ha spiegato il papà di Mattia Minguzzi, il 14enne accoltellato a morte il 24 gennaio scorso mentre era in un mercato della città turca di Istanbul con alcuni amici. La famiglia è stata raggiunta anche da diverse minacce in questi mesi per le quali sono stati identificati altri 7 minori.
A cura di Antonio Palma
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Nuova udienza oggi al Tribunale di Istanbul per il processo a carico dei quattro minori accusati dell’assassinio di Mattia Minguzzi, il 14enne figlio dello chef Adrea Minguzzi accoltellato il 24 gennaio scorso mentre era in un mercato della città turca con alcuni amici. Oggi per la prima volta i genitori vedranno da vicino i due quindicenni imputati dell’aggressione, incastrati dalle telecamere e arrestati pochi giorni dopo.

“Sarà dura trovarseli davanti” ha ammesso il papà di Mattia, che lavora come executive chef presso Eataly a Istanbul. “Noi chiediamo il massimo della pena, ma non ho grandi aspettative: non può esserci giustizia per un crimine così” ha aggiunto al Corriere della Sera. La famiglia del 14enne, raggiunta anche da diverse minacce, in questi mesi ha dovuto fare i conti con episodi inquietanti come la tomba del ragazzino vandalizzata da sconosciuti.

Episodi che nelle scorse settimane hanno portato all’identificazione e all’arresto di 7 sospettati, tutti minorenni come gli aggressori del 13enne. “Non bastava averci provocato il dolore più grande che esista. Ci sono arrivati messaggi d’odio e minacce di morte: menzionano i nostri nomi, fanno video con i volti coperti dal passamontagna, le pistole, i mitra, ci scrivono farete la stessa fine di vostro figlio” ha rivelato Adrea Minguzzi spiegando di essere sotto scorta. I sette sono accusati a vario titolo di minacce aggravate dall’uso di armi.

Gesti che hanno spinto la famiglia Minguzzi a chiedere una modifica della legge con pene più severe per gli aggressori tra 15 e 18 anni. “Non è crudeltà, ma deterrenza. Poi, insieme alla pena, serve la riabilitazione: vorrei capissero il male che hanno fatto con azioni buone, facendogli conoscere l’amore che non hanno avuto. Le famiglie, che non hanno saputo educarli, dovrebbero essere responsabili delle conseguenze legali delle azioni dei figli” ha spiegato lo chef italiano.

Nel processo in corso, la Procura generale dell'Anatolia ha chiesto una condanna alla pena detentiva da 18 a 24 anni per ciascuno dei due ragazzi che hanno accoltellato Mattia Minguzzi mentre pene inferiori per gli altri due membri della baby gang arrestati per "favoreggiamento dell'omicidio premeditato e deliberato".

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