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Maria Falcone: “Messina Denaro? Non parlerà, fa parte della mentalità del grande mafioso”

Oggi il 31esimo anniversario della strage di Capaci. La commemorazione si è tenuta davanti all’aula bunker di Palermo. Presente Maria Falcone, sorella del giudice ucciso, per l’inaugurazione del museo a Palazzo Jung che sarà dedicato al fratello Giovanni e a Paolo Borsellino.
A cura di Biagio Chiariello
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"Io credo che con l'arresto di Matteo Messina Denaro si sia chiuso un cerchio". Così Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, in occasione dell'inaugurazione del ‘museo del presente e della memoria' a Palazzo Jung, a Palermo, che sarà dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Oggi davanti all'aula bunker del capoluogo siciliano si tiene la commemorazione della strage di Capaci.

"Si è messo finalmente al 41 bis – ha detto ancora la sorella del giudice – l'ultimo dei sanguinari di Cosa nostra, quelli che sono stati responsabili delle stragi del 1992 e del 1993. Come dice Tina (Montinaro, ndr), credo che la giustizia debba continuare ad andare avanti e scoprire se c'era qualcosa dietro alla mafia".

"Il fatto di non parlare fa parte della mentalità del grande mafioso. Matteo Messina Denaro non parlerà se non attraverso un percorso di redenzione che non credo possibile in un individuo come lui", ha aggiunto Maria Falcone.

"Quella di oggi  è soltanto la posa di una prima pietra di quello che sarà, spero a fine ottobre, il museo della memoria. Trovo importantissimo che questo bene così bello ma trascurato sia ridato alla città e che in questi luoghi i ragazzi possano trovare la memoria ma anche la voglia di lavorare per migliorare la Sicilia", ha detto ancora la donna.

Trentuno anni sono passati da quel 23 maggio 1992 quando il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, furono vittime dell'attentato perpetrato da Cosa Nostra.

“Non abbiamo mai fatto passerelle. Lavoriamo tutto l’anno, quando si fa una manifestazione che tende ogni anno ad essere la conclusione di un percorso educativo è chiaro che le istituzioni devono essere presenti perché sono quelle con cui dobbiamo colloquiare per avere le possibilità di cambiamento. Non mi interessa a quale partito appartengono. In 30 anni abbiamo visto passerelle di tutti i colori, ma non le chiamerei passerelle, ma presenze delle istituzioni” dice Maria Falcone anticipando le inevitabili polemiche del caso.

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