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Mamma suicida col figlio in braccio si era licenziata per lui, lo ha salvato con l’ultimo abbraccio

La 31enne morta gettarsi giù dal ponte sul fiume Piave, a Vidor, nel Trevigiano. lavorava come contabile amministrativa in una ditta della zona m si era licenziata. Quel bimbo era stata una gioia per lei è il marito ma nemmeno questo ha evitato che col tempo quel male oscuro crescesse dentro di lei fino a impossessarsi della sua testa.
A cura di Antonio Palma
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Non si sa cosa sia scattato nella sua testa quando ha deciso di gettarsi giù dal ponte sul fiume Piave, a Vidor, nel Trevigiano, con in braccio il figlioletto  di un anno e mezzo ma tutti i soccorritori sono d'accordo nel ritenere che la donna, forse in un ultimo istintivo gesto di protezione materna, è riuscita ad abbracciare forte il figlio proteggendolo così nella caduta col suo stesso corpo e salvandolo dalla sua stessa scelta. Del resto Margherita Bandiera, prima di percorrere con la sua utilitaria la strada verso il ponte di Vidor dove si è gettata da una altezza di circa venti metri trovando la morte, quel bimbo lo aveva voluto fortemente e a lui si era dedicata anima e corpo nel primo anno di vita.

La 31enne, che lavorava come contabile amministrativa in una ditta della zona, per seguire quel piccolo aveva anche scelto di licenziarsi e di rimettersi in tasca la laurea in economia per il momento. Quel bimbo era stata una gioia per lei è il marito ma nemmeno questo ha evitato che col tempo quel male oscuro crescesse dentro di lei fino a impossessarsi della sua testa. Nemmeno la comunità e l'affetto dei parenti attorno a lei sono riusciti a evitarlo. Tutti erano ormai consapevoli dei problemi psicologici della 31enne che soffriva di una forma depressiva dopo il parto e per questo era in cura presso un centro specializzato, ma nessuno pensava potesse finire così.

"Non potevo immaginare che il piccolo fosse in pericolo" ha raccontato il marito di  Margherita e padre del piccolo. La drammatica verità è emersa quando dopo essere uscita con la sua auto e il piccolo per recarsi dai genitori, un paesino poco lontano, non è mai arrivata a destinazione. I familiari hanno provato a contattarla più volte ma senza riuscirci così alla fine hanno chiamato i carabinieri e percorso la stessa strada dove purtroppo si son imbattuti nel vettura ferma vicino al ponte. In quel momento tutti hanno cercato il bimbo non pensando lo avesse portato con lei, poi la scoperta del cadavere della dona con accanto il piccolo che però respirava ancora. Dopo una operazione ora il piccolo è fuori pericolo. "Ora è lui che mi darà la forza per andare avanti. Lei spero abbia trovato la pace" ha dichiarato l’uomo ancora distrutto dal dolore nella casa che insieme alla moglie avevano messo su due anni fa.

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