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L’Università per stranieri di Siena sospende didattica per fine Ramadan: “A Gaza massacro inaudito”

Dopo il caso della scuola primaria di Pioltello, anche l’Università per stranieri di Siena ha deciso di sospendere la didattica il 10 aprile, “in segno di condivisione” per il giorno di ‘Id al-fitr’, la grande festa islamica della rottura del digiuno del Ramadan.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
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Dopo il caso Pioltello, scoppia anche quello dell'Università per stranieri di Siena che ha deciso di sospendere la didattica il 10 aprile, "in segno di condivisione" per il giorno di ‘Id al-fitr‘, la grande festa islamica della rottura del digiuno del Ramadan.

È quanto ha reso noto il rettore Tommaso Montanari, secondo il quale in questo modo si intende dare un "visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza, in grandissima parte musulmana, sottoposta a un incessante, inaudito, massacro". La stessa cosa succederà anche a ottobre per il Kippur, festa religiosa ebraica, che si celebrerà "venerdì 11 ottobre 2024 a un anno dalla strage del 7 ottobre".

Così, dopo giorni di polemiche per la chiusura della scuola primaria di Pioltello, comune dell’interland milanese con poco più di 30mila abitanti e una predominanza di persone di origine araba e pakistana, fissata per il giorno finale del mese sacro per la religione islamica, anche un’università aderisce a questa iniziativa tramite decreto, firmato d'intesa con il direttore del dipartimento di studi umanistici e della direttrice generale, nella sua funzione anche di responsabile dell'area management didattico e Urp.

All'interno del documento è specificato che "la nostra missione statutaria è costruire il multiculturalismo, e contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli". Dunque, si legge ancora, "uno degli obiettivi del mandato rettorale è la costruzione di relazioni e rapporti oltre i canali diplomatici, oltre le logiche di appartenenza e oltre le strategie colonialistiche o promozionali per costruire una cittadinanza mondiale, praticando un multiculturalismo in cui l'identità non è chiusura, ma incontro".

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