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Lumen Fidei, la prima enciclica di Francesco scritta insieme a Benedetto XVI (VIDEO)

È stata presentata “Lumen fidei”, la prima enciclica firmata da Papa Francesco ma che riprende anche il lavoro di Benedetto XVI. Un documento storico nel quale i Papi spiegano che “la fede non si impone”. Stamane Bergoglio e Ratzinger si sono incontrati e abbracciati con affetto.
A cura di Susanna Picone
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È stata presentata oggi in Vaticano “Lumen fidei”, la prima enciclica firmata da Papa Francesco. Si tratta di un lavoro storico in quanto l’attuale pontefice riprende quanto scritto in precedenza dal Papa emerito Benedetto XVI. E i due Papi, proprio questa mattina, si sono nuovamente incontrati e abbracciati con affetto. Il loro incontro è avvenuto presso il Governatorato della Santa Sede in occasione della cerimonia in cui è stato inaugurato un nuovo monumento a San Michele Arcangelo e consacrato lo Stato della Città del Vaticano a San Giuseppe e San Michele Arcangelo. Insieme, dunque, i due Papi hanno realizzato un lavoro che avrà una tiratura di 500mila copie. Quattro capitoli più un’introduzione e una conclusione per parlare della luce della fede e completare la trilogia sulle virtù teologali, dopo “Deus caritas est” e “Spe salvi”. L'enciclica, storica proprio perché scritta a quattro mani, è stata illustrata alla stampa dal cardinale Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, e dagli arcivescovi Mueller, prefetto per la Dottrina della fede, e Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione.

“La fede non può essere un fatto privato” – È lo stesso Bergoglio a scrivere che dopo le lettere sulla carità e sulla speranza, Ratzinger aveva già quasi completato una prima stesura di enciclica sulla fede. A questo lavoro lui ha aggiunto qualche contributo. Il Santo Padre con Lumen fidei invita così i cristiani a “recuperare il carattere di luce proprio della fede, capace di illuminare tutta l'esistenza dell'uomo, di aiutarlo a distinguere il bene dal male, in particolare in un'epoca, come quella moderna, in cui il credere si oppone al cercare e la fede è vista come un'illusione, un salto nel vuoto che impedisce la libertà dell'uomo”. Papa Francesco scrive che “chi crede, vede” perché la luce della fede “procede dal passato, dalla memoria della vita di Gesù, ma viene anche dal futuro perché ci schiude grandi orizzonti”. Il Papa ricorda che la fede non è un fatto privato ed è connotata dalla “paternità” di un Dio che non è un estraneo. Parla della fede che si riflette sulla società, nell’ambito della quale però il credente non può mostrarsi “arrogante”. Parla poi di una fede che deve maturare dalla famiglia: così dicendo il Papa richiama al matrimonio e all'unione tra uomo e donna.

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