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Lecce, bimbo di 2 mesi morto nella culla, indagati due medici: si sospetta una bronchite curata male

Il piccolino era stato trovato morto dalla madre la mattina del 14 febbraio a Campi Salentina, in provincia di Lecce. Qualche giorno prima era stato portato al pronto soccorso per un raffreddore. Indagati i due medici che lo hanno tenuto in cura in quel periodo.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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La procura di Lecce ha inscritto il nome di due medici nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla morte in culla del bimbo di 2 mesi, avvenuta lo scorso 14 febbraio a Campi Salentina, in Puglia. Si tratta del medico curante e del camice bianco di turno presso il pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi. L'accusa mossa dal pubblico ministero di Lecce, Erika Masetti, nei loro confronti è omicidio colposo.

L'ipotesi è che il bambino sia morto per una bronchite curata male.

Stando a quanto ricostruito i due professionisti, nei giorni precedenti alla tragedia, hanno visitato il neonato in quanto affetto da un forte raffreddore. A loro i genitori del piccolo (che pare seguisse una terapia antibiotica) si erano rivolti affinché guarisse da quel malanno stagionale.

Gli inquirenti dovranno ora ricostruire l’operato dei due medici indagati e capire soprattutto se le terapie e le cure somministrate siano state corrette e tempestive.

Il pm inoltre, per approfondire le cause del decesso del piccolo ha affidato l’incarico per un’ulteriore perizia al professore ordinario di Pediatria all’Università e direttore di Neonatologia al Policlinico di Bari, Nicola Laforgia e al medico legale Roberto Vaglio, che aveva già effettuato i primi accertamenti peritali.

Il dramma era avvenuto nella mattinata di mercoledì 14 febbraio. A casa col piccolo c'era solo la sua mamma: fu lei, dopo essersi avvicinata alla culla, ad accorgersi subito che il figlioletto non respirava più e a portarlo dal medico di famiglia, suo vicino di casa. Quest'ultimo e i soccorritori del 118 provano a rianimarlo per quasi un'ora, purtroppo invano.

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