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Le storie di Abbas, Mamoudou e Matin, migranti che riceveranno la cittadinanza onoraria a Chivasso

Si tratta di un’iniziativa simbolica voluta dal sindaco per sensibilizzare il Governo su Ius Soli e Ius Scholae.  A beneficiarne anche Abbas, Mamoudou e Matin, che hanno raccontato le loro storie a Fanpage.it.
A cura di Gabriele Rossetti
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Abbas Janneh dal Gambia, Mamoudou Conde dalla Guinea e Matin Baktash dall'Afghanistan, hanno rispettivamente 24, 26 e 42 anni. Ciò che li accomuna è aver lasciato il proprio Paese per approdare in Italia, con destinazione finale Chivasso. La città della cintura di Torino li ha accolti insieme ad altri nove ragazzi in una struttura, dove sono stati inseriti all'interno di un percorso che ha permesso loro di curarsi, studiare e integrarsi nel tessuto sociale. “Chivasso ha un cuore d'oro e lo dimostrano le associazioni di volontariato presenti sul territorio. Abbiamo circa 150 associazioni che si spendono quotidianamente per le persone che ne hanno bisogno”, dice  a Fanpage.it il sindaco Claudio Castello.

E proprio il primo cittadino, esponente del Partito Democratico, ha voluto fortemente che il suo Comune modificasse lo Statuto introducendo il conferimento della cittadinanza onoraria ai figli di migranti nati in città o che hanno completato un ciclo di studi. Si tratta di un'iniziativa puramente simbolica, che tende però a sensibilizzare il Governo sui temi dello Ius Soli e dello Ius Scholae.

La delibera è stata approvata dalla maggioranza in Comune, che dovrà ora stabilire una giornata in cui conferire la cittadinanza onoraria a quanti potranno beneficiarne. Tra questi ci sono Abbas, Mamoudou e Matin, che hanno salutato con entusiasmo l'iniziativa della città che li ha accolti, dandogli una nuova prospettiva di vita.

“È veramente una cosa importante, siamo contentissimi, da quando abbiamo sentito questa parola (cittadinanza, ndr) siamo felicissimi”, commenta raggiante Abbas, che ha lasciato il Gambia quando non aveva ancora 18 anni. “È una bellissima iniziativa – gli fa eco Mamoudou – e spero che un giorno questo possa accadere anche ai nostri figli che nasceranno qua”.

Dopo aver lasciato l'Afghanistan Matin ha raggiunto l'Italia passando per Iran, Turchia, Grecia e Germania. Per lui avere la cittadinanza rappresenterebbe un motivo importante non solo per trovare un buon lavoro, ma anche per potersi muovere liberamente verso altri Paesi. Senza più dover fuggire da guerre o miseria come quando hanno lasciato i propri Paesi.

Servirebbe un deciso cambio di rotta sul tema dei diritti da parte del Governo centrale, che “dovrebbe impegnarsi per far sì che la cittadinanza onoraria diventasse a tutti gli effetti una cittadinanza vera e propria”, dice il sindaco Castello. “Il Governo deve aiutarci a fare qualcosa per avere questa cittadinanza ufficiale – ribatte Abbas – così possiamo andare avanti. Noi vogliamo stare qua, vogliamo lavorare qua e anche contribuire nello Stato italiano. Però abbiamo bisogno di aiuto”.

“Io considero l'Italia la mia seconda patria, non conosco altri Paesi e voglio integrarmi ancora di più”, rivela Mamoudou, che non dimentica le violenze che ha dovuto subire in Libia prima del viaggio che lo ha portato nel nostro Paese. “Non c'è nessuno che passa dalla Libia senza subire violenze. Ringrazio l'Italia e gli italiani che mi hanno salvato la vita, perché senza di loro non ce l'avrei fatta”.

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