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Lavoratori irregolari per le potature nelle vigne venete: scoperti 14 stranieri in nero

L’operazione è stata messa a segno dalla Guardia di Finanza di Treviso ad Orsago, con sei pakistani impegnati nella potatura dei filari. Fermato al casello della A28, a Cordignano, gruppo di operai di una ditta con sede a Casier: tra lavoratori completamente in nero, cinque irregolari. Multe fino ad oltre 10mila euro a lavoratore.
A cura di Biagio Chiariello
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Quattordici lavoratori irregolari, impiegati nella potatura dei vigneti della Marca, in Veneto, sono stati individuati dagli uomini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Treviso nell'ambito di controlli svolti nei giorni scorsi contro il lavoro nero. L'accertamento è stato svolto in due aziende: a Orsago le fiamme gialle hanno sorpreso in un vigneto sei pakistani tutti ‘in nero', che erano stati forniti in appalto da un'ulteriore ditta operante nel Pordenonese; nei confronti dei sei extracomunitari non era stata inoltrata alcuna comunicazione preventiva di assunzione da parte del datore di lavoro. L’operazione è il risultato di una precisa attività di monitoraggio del territorio di Conegliano e dintorni: lo scopo era proprio portare a galla la manodopera impiegata “abusivamente” nel settore viticolo.

Lavoro nero, doppia operazione della Guardia di Finanza

Un altro intervento è arrivato dal controllo, alla barriera autostradale dell'A28 di Cordignano, di un veicolo commerciale a bordo del quale viaggiavano un afghano, titolare di una ditta di Casier, e otto suoi dipendenti afghani e pakistani. Anche in questo caso, la Guardia di Finanza ha appurato che l'imprenditore straniero aveva impiegato, per la potatura dei vigneti presso un'azienda agricola della zona, tre lavoratori privi di contratto di lavoro, copertura assicurativa e previdenziale, e cinque lavoratori, la cui posizione di impiego è risultata essere irregolare, non avendo, tra l'altro, mai ricevuto una busta paga.

Multe fino ad oltre 10mila euro a lavoratore

Entrambe le ditte si sono viste comminare sanzioni pecuniarie amministrative, per una cifra che va da un minimo di 1.800 euro a un massimo di 10.800 euro per ciascun lavoratore, segnalate all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per la sospensione dell’attività, prevista nei casi in cui la manodopera impiegata in nero sia pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro.

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