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L’auto parcheggiata per 47 anni nello stesso punto trasloca: la Lancia Fulvia diventerà un monumento

A consacrare definitivamente l’ormai mitica Lancia Fulvia di Conegliano Veneto è il suo trasloco che da via Zamboni la porterà a fare bella mostra di sé nel parco della scuola enologica Cerletti, sempre a Conegliano. “Non avremmo mai potuto immaginare un futuro migliore da casa nostra, potremo continuare a vederla e sentirla vicina” hanno dichiarato gli anziani proprietari.
A cura di Antonio Palma
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Parcheggiata per 47 anni nello stesso punto esatto, ormai monumento lo era diventata a tutti gli effetti ma ora a consacrare definitivamente l'ormai mitica Lancia Fulvia di Conegliano Veneto è il suo trasloco che da via Zamboni la porterà a fare bella mostra di sé nel parco della scuola enologica Cerletti, sempre a Conegliano. La Lancia Fulvia di Angelo e Bertilla Fregolent  infatti diventerà una statua tutti gli effetti diventando definitivamente simbolo del comune trevigiano. Una conclusione a lieto fine possibile sia grazie alla volontà dei due anziani coniugi ed ex edicolanti ma anche della comunità locale che ha scelto di non sperarsi più da quell'auto che stazionava immobile davanti all'edicola dei proprietari dal lontano 1974.

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La Lancia Fulvia è stata spostata mercoledì dopo alcuni giorni di trattative e grazie all'impegno di un imprenditore appassionato d'auto d'epoca, Giovanni Berton, e del presidente del Club Serenissima di Conegliano Paolo Picco. La vettura infatti sarà oggetto di un restauro completo a Vicenza, non prima di essere esposta al salone "Auto Moto d'epoca 2021" che si terrà a Padova dal 21 al 24 ottobre, e poi ritornerà a Conegliano per sempre, all'Istituto Tecnico Ceretti, al quale verrà donata come monumento. L'auto infatti verrà posta nei giardini del complesso scolastico, dove sorgono anche altre attività, ed entrerà definitivamente a far  parte del complesso dei monumenti cittadini.

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Una grande soddisfazione per il suo vecchio proprietario ormai 94enne che così potrà ancora vederla tutti i giorni come era abituato a fare e così del resto i suoi concittadini e anche tutti gli studenti che in questi decenni sono passati per la scuola. E pensare che tutto era partito da una semplice esigenza, quella di avere un posto i cui i corrieri potessero consegnare i giornali all'edicolante e riprendersi le copie invendute. "Non avremmo mai potuto immaginare un futuro migliore per la nostra Fulvia" hanno raccontato al Corriere del Veneto i due ex edicolanti, aggiungendo: " La metteranno al posto del vecchio pioppo e noi, da casa nostra, potremo continuare a vederla e sentirla vicina".

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