Laurea con Photoshop per lavorare: moglie ex assessore restituisce 35mila euro e farà volontariato

Ha scelto di risarcire Aeroporti di Puglia con 35mila euro e di mettersi a disposizione della Caritas di Barletta per lavori socialmente utili, nel tentativo di chiudere una vicenda che ha scosso la politica pugliese e messo in discussione la trasparenza dei concorsi pubblici. È la strada intrapresa da Carmela Fiorella, 38 anni, moglie dell’ex assessore regionale Filippo Caracciolo, imputata a Bari per aver presentato un titolo di studio falso nell’ambito di un bando per dirigente delle Risorse umane di AdP.
Fiorella era stata assunta nella primavera del 2025. Ma appena due settimane dopo, scoppiato lo scandalo delle irregolarità nei suoi titoli di studio, rassegnò le dimissioni. A rivelare le anomalie era stata la “Gazzetta del Mezzogiorno”, che aveva messo a confronto il certificato di laurea autentico con la pergamena presentata alla commissione di concorso. In una lettera pubblica, la donna ammise le proprie responsabilità, sostenendo che il marito fosse “completamente all’oscuro” dei fatti.
Il confronto tra i due documenti ha permesso di ricostruire nel dettaglio le falsificazioni. Sarebbero tre gli elementi chiave modificati: la materia di laurea, trasformando “Scienze delle Amministrazioni” in “Economia e Management”; la classe di laurea, alterata da “63” a “77”; e la descrizione successiva, con l’aggiunta delle parole “delle Scienze economico-aziendali” dopo il termine “Classe”.
A un occhio attento, la falsificazione sarebbe stata evidente: il font utilizzato per le correzioni differiva nettamente da quello originale, e all’Università di Bari sanno bene che da oltre vent’anni non vengono celebrate sedute di laurea a settembre nel Dipartimento di Economia.

La Procura di Bari contesta a Fiorella i reati di falso materiale e ideologico, truffa aggravata e falsa autocertificazione. L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Baldo Pisani e dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis, ha ricostruito come la 38enne avesse presentato la finta laurea in Economia e Management anche per ottenere altri incarichi pubblici, tra cui un posto nel Consiglio di amministrazione di Acquedotto Pugliese ricoperto tra il 2017 e il 2021. In quella circostanza avrebbe indicato, inoltre, un presunto master di secondo livello in “Organizzazione del personale” alla Bocconi di Milano, titolo che in realtà era di primo livello.
Dopo aver ammesso le proprie responsabilità, Fiorella ha risarcito Aeroporti di Puglia e ha chiesto di accedere alla messa alla prova, misura prevista dalla riforma Cartabia che sospende il processo in cambio di lavori socialmente utili. La Procura di Bari ha espresso parere favorevole, tenendo conto del risarcimento e della collaborazione mostrata.
Il fascicolo è ora nelle mani del gip Francesco Vittorio Rinaldi, che il 3 dicembre dovrà decidere se accogliere la richiesta e sospendere il procedimento. Restano tuttavia aperte le posizioni delle altre due parti offese, l’Università di Bari e Acquedotto Pugliese, che la Procura aveva individuato come danneggiate dal comportamento dell’imputata.
Secondo alcune fonti, l’ateneo barese avrebbe cercato di mantenere riservati i dettagli della falsificazione, nonostante le evidenze emerse durante l’indagine, alimentando ulteriori interrogativi sul sistema di vigilanza interno.
La vicenda Fiorella ha messo in luce le fragilità dei controlli nei concorsi pubblici e ha sollevato dubbi sulla trasparenza delle procedure di selezione nelle società partecipate regionali. Ora sarà la magistratura a tirare le somme, ma resta il segno di un episodio che intreccia ambizione personale, superficialità amministrativa e un sistema che troppo spesso si accorge delle falsità solo a scandalo esploso.