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L’animatore accusato di pedofilia va in carcere: ha spruzzato spray al peperoncino contro i carabinieri

Il 33enne di Jesi, ex maestro di musica, già condannato per abusi su minori, è ora accusato di una violenza sessuale nei confronti di una bimba di 6 anni avvenuta lo scorso agosto in un camping nel perugino dove era stato assunto come animatore. Durante l’arresto avrebbe dato in escandescenze.
A cura di Biagio Chiariello
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Si sono aperte le porte del carcere per il 33enne di Jesi, Gabriele P., accusato di aver violentato una bambina di sei anni in un campeggio di Magione, sul lago Trasimeno, lo scorso agosto. Sarà il penitenziario di Milano Bollate ad ospitarlo. Al momento dell'arresto, l'uomo avrebbe usato dello spray al peperoncino nei confronti del carabiniere che era venuto a prelevarlo.

È stato l'avvocato Stefano Migliorelli, che difende l'imputato, a chiedere di trasferire del suo assistito nel carcere lombardo che ha un centro specializzato nel trattamento di persone con patologie simili. La scelta del carcere per il 33enne marchigiano è stata condivisa sia dal legale sia dai familiari dell’indagato.

Se è possibile – ha detto l’avvocato Migliorelli – va recuperato, ma se questo non è possibile, va comunque detenuto e non rilasciato, e non lo dico solo io ma anche i genitori, per evitare che la prossima volta possa accadere qualcosa di peggio”.

Appena tre settimane fa l'uomo era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Ancona a sei anni di reclusione (due dei quali da scontare in una struttura che possa guarirlo) per aver abusato di una bambina nel periodo in cui era maestro di scuola. Nonostante fosse sotto processo, era però riuscito a procurarsi l'ingaggio estivo in provincia di Perugia.

Nessuno evidentemente avrebbe fatto controlli sui precedenti. Si sarebbe appartato con una bambina che ha poi raccontato al padre quanto accaduto. Dopo aver svolto dei controlli sullo smartphone del 33enne, gli inquirenti hanno trovato al suo interno immagini pedopornografiche. Così è scattato il nuovo arresto.

Sulla vicenda dell’agosto scorso, nel campeggio di Magione, avrebbe raccontato di “non ricordare quanto successo nel bungalow. La bimba mi ha seguito, lei voleva giocare con me, poi non ricordo più nulla, sono uscito e sono andato al lago con la macchina”.

Intanto l’inchiesta del procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone prosegue.

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