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Julian Assange e il caso Wikileaks

L’allarme di Assange: con i conti bloccati, WikiLeaks è in pericolo di vita

La pubblicazione di nuovi documenti top secret attende che siano disponibili le risorse sul conto dell’organizzazione. Nel mirino delle prossime rivelazioni una grande banca internazionale.
A cura di Danilo Massa
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L'allarme di Julian Assange sull'esistenza di WikiLeaks
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Una battaglia certamente di immagine, legale e di approvvigionamento economico, quella che trova da una parte Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, e dall'altra i suoi accusatori. A confermare l'importanza dell'elemento più rudemente economico è lo stesso hacker australiano che, rilasciando una intervista alla radio francese Europe 1, ha ammesso che "non potremo sopravvivere al ritmo attuale, il denaro dei donatori ci arriva con difficoltà perché i nostri conti sono bloccati: perdiamo 500mila euro a settimana".

Quell'attività che ha tanto allarmato le diplomazie di tutto il mondo – ovvero la pubblicazione di cablogrammi top secret da parte di WikiLeaks – potrebbe dunque ricevere una significativa battuta d'arresto. Assange ha infatti assicurato di avere altri documenti da pubblicare, e nel dettaglio qualcosa di significativo su una grande banca, ma che ne è attualmente impossibilitato a causa della difficoltà di raccogliere il denaro spedito dai sostenitori di WikiLeaks.

Ciononostante, il fondatore di WikiLeaks ha anche assicurato che l'organizzazione "proverà a reagire"; mentre viene portata avanti anche la battaglia legale che vede Assange accusato di condotta sessuale scorretta e sospettato di aver incoraggiato attivamente il soldato Bradley Manning ad impossessarsi di documenti secretati del governo statunitense. Per dimostrare una tale tesi, il tribunale federale americano ha presentato un'ingiunzione a Twitter perché presenti i dati sugli utenti legati a WikiLeaks. Una violazione del Quarto Emendamento della Costituzione americana, secondo l'avvocato di Assange, Mark Stephens, che non sarebbe peraltro il solo caso di pressione su società che gestiscono servizi sul Web. Richieste simili, infatti, sarebbero state presentate a Google, Skype e Facebook.

Nel frattempo l'hacker continua ad essere sottoposto agli arresti domiciliari nel Suffolk, a casa dell'amico Vaughn Smith, portando al polso quel braccialetto elettronico che, come ha confidato Assange al Paris Match, "È come una cintura di castità, perché mina l’integrità fisica della persona".

In questo minuti, intanto, si potrebbe risolvere un altro momento fondamentale della vicenda giudiziaria di Julian Assange. A Londra, infatti, alle 10 (11 ora italiana) è cominciata l'udienza per fissare la data di febbraio entro cui  decidere se concedere alla Svezia l'estradizione del fondatore di WikiLeaks.

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