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Storia di Judith Barsi, baby-star della tv americana uccisa a colpi di pistola dal padre

Il 27 luglio 1988 Judith Barsi la reginetta della tv americana, fu trovata morta nel suo letto con un colpo di pistola alla testa. Aveva dieci anni. A fare fuoco prima contro di lei e poi contro la moglie Maria, fu proprio suo padre, József Barsi, un uomo violento e abusante. Per anni il pubblico americano li aveva creduti la famiglia perfetta.
A cura di Angela Marino
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IL 27 luglio 1988 la Tv americana aprì i notiziari con un annuncio scioccante: Judith Barsi, dieci anni, l'attrice bambina de ‘Lo Squalo 4' e di decine di sit com e spot pubblicitari, il volto che aveva fatto breccia nei cuori degli americani, era stata assassinata nel letto della sua villa di Los Angeles e poi data alle fiamme. Morti insieme a lei anche i genitori.

Judith era entrata nelle case degli americani cinque anni prima quando un produttore l'aveva notata mentre sgambettava sulla pista di pattinaggio insieme a mamma Maria. Da allora erano seguiti circa 70 spot pubblicitari, decine di film, centinaia di provini e un numero di ore di lavoro smisurato per una bambina. Nella vita di Judith il set aveva sostituito i banchi di scuola, le sceneggiature i compiti e uno stuolo di agenti, parrucchieri e truccatori i suoi compagni di giochi. La piccola arrivò a guadagnare circa 100mila dollari l'anno.

Il talento di Judy

Il talento di Judy era quello di fingere emozioni che non provava. Aveva imparato tra le mura di casa, nella sontuosa villa di Los Angeles che mamma Maria, un tempo profuga ungherese senza futuro, aveva voluto a consacrare il traguardo sociale raggiunto con gli incassi della figlia. Tra morbidi divani e arredi raffinati aveva insegnato alla figlia l'arte di simulare la normalità: sorridere quando si è tristi, nascondere i lividi con una manica lunga, parlare del tempo quando si è sconvolti. Così, quando József, marito e padre irresponsabile, ubriaco perso e delirante di rabbia e paranoia lanciava oggetti contro di loro, quando le picchiava, minacciava di bruciarle vive, avrebbero saputo incassare senza mostrarne i segni (continua).

Maria e József

Maria aveva conosciuto suo marito in un ristorante di Los Angeles noto come luogo di incontro per gli immigrati ungheresi: lui, operaio in fuga dal regime comunista ungherese, lavorava come idraulico e aveva già un matrimonio fallito alle spalle e due figli; lei era una cameriera con un passato di violenze domestiche. Dal loro matrimonio nacque Judith e, fin da quando venne al mondo, sua madre la educò a diventare un'attrice, proiettando su di lei il proprio sogno. Quando questo progetto si realizzò, Maria fece di tutto perché sua figlia restasse concentrata sulla carriera e Judy la seguì, pur soffrendo la mancanza della scuola e delle amicizie. Durante le riprese dello spot di una pappa al pomodoro la piccola dovette ingurgitarne così tanta che, da allora in poi, non ne avrebbe più toccata. József, che era rimasto un modesto operaio, da sempre dedito all'alcol e a sfoghi di collera, di fronte al successo della figlia diventò ancor più violento.

La famiglia dei sogni americani

Temeva che di lì a poco sua moglie e sua figlia lo avrebbero lasciato e non passava giorno che non le minacciasse di tagliarle loro la gola se lo avessero fatto. Era così terrorizzato all'idea che quando un giorno arrivò un telegramma indirizzato a Maria per informarla della morte di un parente, lo nascose, per impedirle di partire con la bimba. Judith, al centro della guerra tra marito e moglie, macchina fabbrica denaro, contesa tra l'uno e l'altra, continuava a subire, ma non riusciva più a dissimulare. Prese peso, pur senza riuscire a crescere come gli altri bambini (a 10 anni era alta 1 metro e 12 centimetri) e adottò comportamenti strani e preoccupanti, come strapparsi via le ciglia, fin quando il suo umore esasperato non attirò l'attenzione sul set e fu mandata da uno psicologo infantile.

L'allarme

L'universo di abusi fisici e mentali emersi da quel colloqui fece scattare un'indagine dei servizi sociali e Maria, preoccupata di perdere la villa e la posizione sociale, la mise a tacere. Promise che avrebbe lasciato il marito e si sarebbe trasferita in un appartamento a Panorama City, un posto che usava abitualmente di giorno per sottrarsi alla furia dell'uomo. Per indurrlo a lasciarla, come testimoniato da una delle figlie di József che andò a trovarlo a Los Angeles, smise di pulire la villa riducendola ‘a un porcile', come avrebbe detto la ragazza.

Il crollo

Il giorno del 25 luglio Judith fu vista per l'ultima volta in bicicletta a pochi passi da casa. Quella notte suo padre le sparò mentre dormiva, uccidendola sul colpo con una calibro 32. Allarmata dallo sparo si precipitò in corridoio Maria e anche lei venne colpita alla testa. József passò due giorni in quella casa con i cadaveri della moglie e della figlia, poi cosparse i corpi di benzina e appiccò il fuoco. Si rifugiò in garage dove, ormai disperato, rivolse la pistola contro se stesso. La polizia li trovò tutti e tre il 27 luglio.

Judith Eva Barsi oggi è sepolta al Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles. La sua storia è un tragico precedente di quella della piccola JonBenét Ramsey, la ‘Barbie' dei sogni americani uccisa a sei anni nella sua casa di Boulder, Colorado, a poco più di 900 miglia da dove la piccola Judy fu uccisa nel sonno.

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Giornalista dal 2012, scrittrice. Per Fanpage.it mi occupo di cronaca nera nazionale. Ho lavorato al Corriere del Mezzogiorno e in alcuni quotidiani online occupandomi sempre di cronaca. Nel 2014, per Round Robin editore ho scritto il libro reportage sulle ecomafie, ‘C’era una volta il re Fiamma’.
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