La mappa di tutte le impronte e i dubbi sulla traccia 33: cosa sappiamo sull’ispezione dei Ris a casa Poggi

Sembrano non finire mai le indagini sul delitto di Garlasco. Nella mattina di oggi 9 giugno i carabinieri del Ris di Cagliari e del Nucleo investigativo di Milano sono entrati nella villetta dove 18 anni fa è stata uccisa Chiara Poggi. Per l'omicidio è stato condannato in via definitiva il fidanzato Alberto Stasi, mentre ora la Procura di Pavia ha riaperto le indagini su Andrea Sempio con l'accusa di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi. Il fascicolo sull'amico di Marco Poggi era stato già aperto due volte (nel 2017 e nel 2020) e in nessun caso aveva portato a un processo. Ora non resta che attendere la fine di questo filone di indagini.
Oggi in casa Poggi si sono presentati i carabinieri, come persona di fiducia solo il dattiloscopista della famiglia Poggi e l'avvocata di Andrea Sempio, Angela Taccia, che poteva assistere all'ispezione. In casa sono stati presenti per tutto il tempo anche i genitori di Chiara: "Sono tranquilli, ma sono stanchi", ha precisato ai giornalisti la legale di Sempio. E poi ha aggiunto: "Abbiamo assistito insieme agli accertamenti dove si poteva, per le operazioni digitali che richiedevano spazi vuoti ci siamo spostati". Ma perché sono tornati i ris nella villetta di Garlasco?
Gli investigatori sono entrati nella casa dei Poggi per una mappatura 3d degli spazi del primo piano e delle scale interne che portano a uno scantinato, ovvero dove è avvenuto l'omicidio e dove è stato trovato il corpo della vittima. La Procura di Pavia, diretta da Fabio Napoleone, ha emesso un decreto di ispezione con l'obiettivo di ritornare ad "accertare le tracce e gli altri effetti materiali del reato": la nuova analisi si concentrerà nel capire le traiettorie delle tracce di sangue e la ricostruzione della dinamica dell'omicidio. Tutta la casa quindi doveva essere mappata e le tracce e gli schizzi di sangue posizionati al millimetro in quella che poi sarà una ricostruzione 3d. Per fare ciò i carabinieri hanno utilizzato laser scanner e droni.
Quindi il nuovo sopralluogo "è stato finalizzato per cercare di posizionare precisamente le tracce ematiche rinvenute nel 2007 sui muri e sul pavimento con le impronte trovate nella villetta di Garlasco", spiega l'avvocata Angela Taccia intervenuta dopo che nella giornata di ieri è stata informata del sopralluogo con una pec. E ancora: "Gli esperti hanno parlato di una triangolazione: le tracce erano già state esaminate e ora questo accertamento serve a capire la distanza (in centimetri) tra l'una e l'altra, per poi ricostruire con le nuove tecniche digitali una mappa 3d della casa diventata la scena del crimine".
Il dattiloscopista della famiglia Poggi Redaelli invece ha aggiunto: "Tutto era stato già documentato nel 2007. Ora sono state utilizzate tecniche innovative e più moderne: questa nuova tecnologia consente di posizionare in modo corretto quelle tracce che erano diventati reperti ma che non erano state correttamente triangolate, ovvero messe in relazione l'una con l'altra". E tiene a precisare: "I genitori Poggi rivivono dopo 18 anni un fatto tragico. Da parte della famiglia massima disponibilità su tutti gli accertamenti che si vorranno fare e noi siamo a disposizione della famiglia per fornire la consulenza tecnica necessaria in situazioni come queste".
L'intervento dei carabinieri è durato sette ore e questa mappatura 3d sarà fondamentale per ricostruire anche il posizionamento preciso dell'impronta 33, ovvero quella trovata sulla parete destra delle scale su cui è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi. Ovvero la stessa impronta che ora è stata attribuita ad Andrea Sempio che ha sempre sostenuto di aver frequentato casa Poggi e di aver più volte sceso quelle scale perché andava a prendere i giochi che si trovavano in quel ripostiglio in fondo ai gradini. In passato questa impronta era stata già ispezionata e risultava priva di tracce di dna e di sangue.
L'ipotesi dei pm – e in fase di accertamento – sarebbe un'altra: ovvero che l'amico del fratello di Chiara potrebbe aver appoggiato la mano sulla parete destra delle scale senza però esser mai sceso i gradini. Avrebbe lasciato l'impronta dalla parte alta delle scale, al massimo dal primo gradino dall'alto. Ma sarà difficile, se non impossibile, dare una data a questa impronta. Resta quindi da capire la posizione esatta dell'impronta. Tutto dovrà essere però accertato.
Tra le impronte finite sotto i riflettori 18 anni dopo c'è anche la numero 10: si tratterebbe di quella trovata sulla parte interna della porta d'ingresso della villetta nei sopralluoghi subito dopo il delitto e mai associata a qualcuno. Si ritiene per questo che potrebbe essere stata lasciata dalla "mano sporca" dell'assassino prima di fuggire. La consulenza dattiloscopica dei pm, però, ha escluso che quella traccia sia di Sempio. Così come in passato sarebbe stata comparata anche con le impronte di Stasi, ma pure con quelle di Stefania Cappa e degli amici di Marco Poggi, Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra: tutti quei risultati hanno dato però "esito negativo". Ora però questa impronta numero 10 rientrerà nell'incidente probatorio in programma per il prossimo 17 giugno.