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Strappa burqa e spinge donna incinta giù treno: aggressore denunciato per lesioni e razzismo

È accaduto a Calenzano (Firenze). Una donna incinta è stata strattonata e spinta giù dal treno da un uomo perché indossava il burqa. Il 35enne è stato denunciato.
A cura di Davide Falcioni
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Burqa vietato a Sesto San Giovanni

Dopo averle strappato il burqa dal volto l'ha strattonata e spinta fuori dal treno intimandole di non salirci più. È accaduto il 15 luglio alla stazione di Calenzano (Firenze) dove una donna, di origini marocchine e al settimo mese di gravidanza, si trovava in compagnia del figlio di 11 anni. L'aggressore è stato prontamente individuato e denunciato.

La donna, che indossava il burqa che le copriva completamente il volto, voleva prendere un treno regionale che la conducesse a Firenze. Quando il convoglio ha accostato alla banchina e si è fermato, è salita insieme al figlio. Non ha fatto a tempo a mettere i piedi sulla carrozza che le è andata incontro un uomo, 35 anni originario di Vaiano (Prato), che ha cominciato a inveire contro di lei a causa del burqa.

"La gente come voi qui non ci deve stare, hai capito?", le avrebbe gridato l'uomo prima di strattonarle e strapparle il velo dal volto. Infine l'avrebbe spintonata fino a buttarla fuori dal treno, ancora fermo in stazione. Il figlio della donna, comprensibilmente spaventato, è scoppiato a piangere mentre lei, sotto choc, è scappata temendo per l'incolumità sua e del bambino.

La scena è avvenuta sotto gli occhi del capotreno e di diversi testimoni. Stando a quanto riferito, la donna ha poi preso un altro treno ed è scesa alla stazione di Campo di Marte a Firenze dove ha sporto denuncia alla polizia ferroviaria. L'aggressore, un pendolare che tutti i giorni percorre la stessa tratta per recarsi a Firenze al lavoro, è stato individuato e all'indomani è stato fermato dagli agenti.

La procura di Prato, competente per territorio, ha aperto un fascicolo per lesioni e violenza privata aggravata dai motivi abietti e dall'odio razziale. L'uomo è stato riconosciuto e identificato grazie allo zaino che aveva con sé sia il giorno dell'aggressione e sia quello successivo. Anche le videocamere a bordo del treno e le testimonianze avrebbero confermato i fatti.

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