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Covid 19

La Cina torna in lockdown: 13 milioni di persone chiuse in casa a Xi’an. “Peggior focolaio dal 2020”

Xi’an in lockdown per il focolaio peggiore dal 2020: 13 milioni di persone chiuse in casa e sottoposte a tampone obbligatorio. La Cina continua la strategia “zero Covid” per eliminare tutte le infezioni prima dell’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Torna a Xi'an l'incubo Covid: nuove restrizioni hanno blindato la città cinese dove almeno 13 milioni di persone sono state poste in lockdown per una settimana. Xi'an sta affrontando il più grande focolaio comunitario mai visto dopo la prima ondata. Le autorità hanno segnalato 162 nuovi casi nella giornata di lunedì. L'aumento è di appena 4 casi rispetto ai 158 registrati nella giornata di domenica, eppure per il Paese rappresenta un aumento importante alla luce della strategia "zero-Covid" applicata per eliminare il virus dal suolo nazionale prima dell'avvio delle Olimpiadi invernali di Pechino a Febbraio. La strategia prevede tamponi a tappeto per individuare tutti i nuovi casi e chiusure immediate per abbassare nuovamente la curva delle infezioni. I negozi che non vendono medicinali o beni di prima necessità devono abbassare le serrande, mentre interi quartieri diventano deserti e costantemente monitorati dalle forze dell'ordine che si occupano di assistere le persone in quarantena. Una scelta, quella della tolleranza zero, che è stata già criticata online dai cittadini.

I test obbligatori quotidiani ai quali deve sottoporsi tutta la popolazione indicano in questi giorni0 il numero di infezioni sintomatiche più alto dall'inizio della pandemia. A fine marzo 2020 il bollettino quotidiano fornito dalla Commissione sanitaria nazionale ha iniziato a classificare separatamente pazienti asintomatici e quelli sintomatici. In totale sono stati confermati 635 casi con sintomi tra il 9 e il 26 dicembre. Per controllare il nuovo focolaio, le autorità hanno imposto tampone obbligatorio per sette giorni a tutti i 13 milioni di abitanti. Quella di oggi è stata la quarta giornata di test obbligatori per i residenti. Ad effettuare l'incredibile numero di accertamenti anti-Covid, 45.000 operatori sanitari. La città ha inoltre lanciato parallelamente una campagna di disinfezione per le strade e negli edifici. La popolazione è stata evitata ad evitare il contatto con le piante e con l'aria aperta subito dopo la disinfezione.

Sono state inoltre istituite circa 3.000 hub fissi per eseguire i test su tutti i residenti. Grazie alla rete di controlli a tappeto le autorità hanno individuato 17.527 persone come contatti stretti di positivi. Altre 41.671 persone stanno scontando la quarantena obbligatoria in hotel. Le cause principali del nuovo aumento sono i test obbligatori che hanno portato alla naturale individuazione di più casi e la diffusione di nuovi cluster in più distretti. Le autorità hanno inoltre dispiegato un importante sistema di sicurezza per controllare le 283 aree chiuse all'interno della città ed evitare quindi la violazione della quarantena. Ai residenti viene fornito un servizio porta a porta. Solo una persona a famiglia può lasciare casa in alcuni giorni stabiliti della settimana per acquistare beni di prima necessità. Sono stati sospesi anche i servizi di trasporto pubblico. Fanno eccezione poche corse mantenute per le situazioni di emergenza.

La strategia "zero-Covid"

La Cina ha deciso di contenere l'aumento dei contagi con una serie di restrizioni violentissime che prevedono test obbligatori a tappeto e quotidiani per i cittadini dei centri interessati, chiusure dei negozi e limitazioni degli spostamenti. Chiudono anche le frontiere per impedire sia l'entrata che l'uscita. La strategia "zero-Covid" prevede che anche per una manciata di infezioni si arrivi a un lockdown totale per milioni di cittadini.

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