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Incaprettato e gettato nel fiume: la storia di Mano, il cane che non voleva più amare

La storia di Mano, un esemplare di pastore maremmano salvato da morte certa, raccontata nel suo ultimo libro da Monica Pais la veterinaria sarda nota per aver ridato vita e dignità a Palla, il Pitt Bull ritrovato tre anni fa con un laccio di nylon intorno al collo che gli aveva completamente trasformato le fattezze.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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Legato, incaprettato e infine gettato nel fiume con tanto di museruola per essere sicuri che non abbaiasse per richiamare l'attenzione di qualcuno. È la sorte che è toccata a Mano, così come è stato ribattezzato l'esemplare di pastore maremmano che, dopo aver sofferto le pene dell'inferno per mano degli uomini, sulla sua strada ha trovato anche l'amore, la passione e la dedizione per gli animali di chi lo ha salvato restituendogli non solo la vita ma anche la forza di poter amare di nuovo. A raccontare la sua storia in un libro dal titolo esplicativo "Storia del cane che non voleva più amare" (editore Longanesi), è Monica Pais, veterinaria sarda con una lunga storia di salvataggi e recuperi di animali maltrattati e abbandonati e nota soprattutto per aver ridato vita e dignità a Palla, il Pitt Bull ritrovato tre anni fa con un laccio di nylon intorno al collo che gli aveva completamente trasformato le fattezze.

Così come Palla, che dopo le cure è stata adottata dalla veterinaria e ora la segue ovunque, Mano era arrivato nella clinica "Due Mari" di Oristano in condizioni pessime dopo che qualcuno lo aveva ripescato da un canale dove lo aveva visto dimenarsi nell'acqua torbida, salvandolo da morte certa all'ultimo momento. Se la storia di Palla era entrata a far parte del primo libro della dottoressa, "Animali come noi", quella dell'altro randagio Mano invece è parte essenziale del secondo libro che Monica Pais in questi giorni presenterà in giro per l'Italia proprio in compagnia del pitbull.

Un racconto per ricordare le battaglie e le vittorie sull'indifferenza e sulla insensibilità degli uomini e per ribadire che per tutti anche per quelli come Mano la vita può rinascere più rigogliosa di prima. Di quel randagio  ferito a morte e per questo taciturno e anche violento contro chi cercava di avvicinarlo, tanto da meritarsi il nome di Mano per i morsi a qualsiasi mano entrasse nel suo campo visivo, ora è solo un ricordo. Parte dei proventi del libro finanzieranno i progetti e le attività della onlus Effetto Palla nata proprio dopo il caso del randagio salvato

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